Quando si dice che non è destino
Nel 1968 avevo due anni, ed ero troppo piccolo per la politica e le manifestazioni e le barricate (peraltro, la famiglia era degnamente rappresentata dal mi’ babbo, carabiniere, che si passava le sue 14-16-18 ore al giorno su un camion a fare servizio di ordine pubblico).
Nel 1977 avevo undici anni, ed ero ancora piccolo per la politica, le manifestazioni, le barricate e le P38. Avrei avuto i miei primi incontri con rossi e neri circa tre anni dopo, quando l’intero istituto omnicomprensivo nel quale studiavo si trovò ad assistere, ogni mattina da Dio mandata in terra, alle sprangate reciproche scambiate nel piazzale della fermata della metropolitana di Lampugnano.
Oggi ho quarantadue anni e sarei abbastanza grande almeno per un corteo. Ma ho abbastanza beghe mie (il privato non è – non sempre – pubblico e politico) per non avere nè tempo nè voglia di seguire l’Onda. Fra cinque anni mi guarderò indietro e mi darò dell’idiota, o almeno lo spero.