Tre minuti e tredici secondi.
Non è quello che pensate – e poi, direi che sarebbero affari vostri; è il tempo di permanenza di un lettore medio su questo blog.
Tre minuti (e tredici secondi) sono pochi e tanti al tempo stesso.
Sono pochi, perchè il tempo vola e tre minuti sono lo spazio di un caffè accompagnato da quattro chiacchiere (veloci) con un collega, sono un soffio durante il quale si riesce a malapena a fare un saluto, figuriamoci se si può argomentare qualcosa – o cogliere quell’argomentazione.
Sono tanti, perchè il tempo è poco per tutti e tre minuti sono una piccola fetta di tempo ritagliata agli impegni, alle corse, alle scadenze, e in fondo questo è solo un blog, cioè qualcosa del quale si può fare a meno senza alcun problema per la propria sopravvivenza fisica ed intellettuale (e poi: tre minuti qui, e due là, e cinque da quell’altro; ci siamo capiti).
A me sembra sempre un’enormità che parecchie centinaia di persone ogni giorno spendano tre minuti e tredici secondi del loro tempo da queste parti. Io non so se lo farei. Ma, in fondo, importa qualcosa? Direi di no. E allora, grazie.
[In realtà, è piuttosto probabile che quei 03m:13s siano il frutto di browser lasciati aperti e dimenticati: però dirlo è talmente poco poetico, non trovate?]
[Era un po’ che volevo scrivere questo post, non avendo evidentemente nulla di meglio da donare all’universo mondo. Poi, questa mattina ho letto questo post di Massimo, e in particolare il paragrafo dove si parla di accesso calmo alle informazioni. Posto che su questo blog di informazioni non ne vengono date, è comunque una riflessione che mi interessa.]