Il bar e la biblioteca
Ieri ho fatto quattro chiacchiere con un blogger della prima ora, e per cinque minuti ci siamo dedicati ad uno degli sport prediletti di noi anziani – il “ai nostri tempi (qui era tutta campagna)”.
Tra un esercizio di autocompiacimento e l’altro, riflettevamo sul fatto che il pezzo di rete nel quale entrambi siamo entrati anni fa aveva una caratteristica fondamentale che manca a quella di oggi: la memoria. Usavamo uno strumento, il blog, effimero ma duraturo al tempo stesso. Perchè un post scaccia l’altro, è vero: ma rimane tutto lì, non solo negli archivi, ma proprio come insieme delle parole pensate, scritte, commentate. Oggi invece gran parte di queste parole si gettano nel fiume della conversazione 2.0, quella che chi ne sa chiama social; e non solo vivono ancora meno di quanto vivessero quelle dei post di un tempo, ma si perdono senza lasciare traccia di sè. I blog, con il passare del tempo, diventano delle biblioteche: luoghi nei quali fermarsi, dopo aver passato (anche piacevolmente) un po’ di tempo a fare il giro delle ombre al bar di Twitter e poi al pub FriendFeed e poi al caffè Facebook; fermarsi, e recuperare tempo e senso, e restare un po’ in silenzio, chè anche la buona conversazione viene a noia, se si esagera.