E l’orologio contro il muro segna l’una e dieci da due anni in qua
Avete presente quegli orribili aggeggi metallici che vengono riesumati ad ogni elezione per migliorare l’arredo urbano delle nostre città grazie all’ostentazione delle più improbabili facce dei più improbabili politici? Ecco, domenica mi sono fermato a guardarne uno che faceva bella mostra di sè, e c’era qualcosa che non mi tornava, qualcosa che mi straniva: poi ho realizzato che era quel poster di Veltroni che mi chiedeva di non pensare a quale partito, ma a quale paese – e in quella frase mi è sembrato che ci fosse tutta la sua sconfitta, e pure quella di alcuni di noi.