Milano, una mattina di novembre
Milano per moltissime persone è ancora quella di Lucio Dalla, quella delle banche, quella che ride e si diverte, quella del Milan, quella che domanda in tedesco e risponde in siciliano. Milano per moltissime persone è quella della settimana della moda, o della bamba in discoteca, o dei pubblicitari che escono dall’ufficio a mezzanotte sei giorni su sette.
Milano, per non molti altri, è un quadrilatero di vie spesso silenziose che si affacciano su un parco di periferia, e una manciata di cascine – le cascine, a Milano – dove trovi le galline e i cavalli e il riso e i pomodori da portare a casa nelle cassette di legno; per non molti altri, Milano è un gregge di pecore che in una mattina di novembre sfila nei prati tra il Cimitero Maggiore e la vecchia fornace che preparava i mattoni, poco indietro il campo nomadi e il deposito container, poco avanti il centro commerciale e la metropolitana.
November 14th, 2009 at 21:56
là dove c’era l’erba ora c’e una città
e quella casa in mezzo al verde, ormai, dove sarà…
November 15th, 2009 at 15:34
milano per me è cinque anni fa due di notte a piedi dalla stazione centrale a porta nuova sessanta centimetri di neve deserto e silenzio surreale
November 15th, 2009 at 20:28
una mattina passeggiando vicino al parco di Trenno mi sono imbattuta in una cascina con cavalli e un puledrino, capra in cortile, asini.
November 15th, 2009 at 20:35
Abito lì vicino. Conosco quelle cascine, a Trenno gli anziani dicono “andiamo a Milano”.