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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    11/02/2010

    Non ho nulla

    Filed under: — JE6 @ 14:42

    Papi.
    Dimmi.
    Vieni qui in sala?
    Un minuto e arrivo.
    Dai, per piacere.
    Arrivo, ho detto.
    Sono qui da sola, uffa.
    Eccomi.
    Te ne stavi di là per conto tuo.
    Sì, lo sai che non sopporto le cose che guardi in televisione.
    Guardiamo quello che vuoi tu.
    No, non ti preoccupare. Non c’è problema, stiamo qui insieme.
    Sei arrabbiato?
    No, perché?
    Sembri così.
    No, davvero. Non ho nulla.
    Non sembri contento.
    Ma no, stai tranquilla ti ho detto.
    (…)
    (…)
    Potresti sorridere, però.

    Everybody here comes from somewhere

    Filed under: — JE6 @ 08:59

    Ho la macchina carica di bambini, sei persone corte di nove anni, compagni di classe di mia figlia. Stiamo andando a una festa, io guido in silenzio perché ai bambini non so mai cosa dire, non ci so fare conversazione – e poi loro sono occupati a sfogarsi dopo le otto ore di scuola, salutano i compagni nelle altre macchine della colonna che li sta portando al cinema, ridono, a un incrocio una mi fa una capriola che la catapulta dalla terza alla seconda fila di sedili e io guardo nello specchietto retrovisore e non vedo teste ma due piedi che si muovono come pupazzi dei Muppets. “C’è la musica in questa macchina?” mi chiede il mio vicino e io schiaccio il tasto Pause e la faccio ripartire – “ehi ragazzi, la musica, dai che mette la musica” – attraverso la grande rotonda dove rimaniamo ingorgati dietro a un autobus e li guardo, loro sentono la chitarra ma non capiscono le parole, per fortuna non le ascoltano nemmeno – “no one saw your face no one saw your fear” – li vedo, mi chiedo quanti sono già quello che saranno, là in fondo c’è quella piccolina e bellissima ma con l’espressione della cattiva dei telefilm, e il sudamericano che sarà sempre tradito dai capelli andini, il piccolo Richie Cunningham al quale ritroverò il cappello qualche ora dopo, quella nervosa e piagnucolosa che darà pace ai suoi fantasmi ma sarà sempre troppo tardi. Parcheggiamo, non faccio in tempo a dire “giù tutti” e sono già sciamati veloci come molle trattenute, intravvedo mia figlia nel gruppo, uguale a tutti gli altri, rispondo a un messaggio, entro nel multisala.