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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    23/02/2010

    Greetings from London ’10 – A night on the Thames

    Filed under: — JE6 @ 01:24

    Passiamo la sera in questo pub a quattro piani in riva al Tamigi, proprio dove inizia – o finisce – il Blackfriars Bridge, quello di Roberto Calvi. Due ore di riunione in una sala riservata e poi allright, we can move, the bar is open, e passiamo all’altra parte del nostro lavoro: un bicchiere in mano, salutare persone, prendere appuntamenti, scambiare biglietti da visita, parlare del fatto che a Milano c’è sempre meno nebbia e a Monaco sempre meno neve, ricordare quanto brutta era Orlando e mettersi d’accordo per andare a visitare Alcatraz quando a ottobre ci rivedremo a San Francisco, chiedere notizie di Tina sentendone la mancanza e prendere informazioni su un cliente forse perso definitivamente. La grande vetrata dà sul fiume, da una parte si vede la cupola di St. Paul’s e dall’altra le navi ormeggiate, diventate attrazione turistica. Esco e cammino in riva al fiume, prima il Paul’s Walk e poi il Victoria Embankment, congelo nel vento freddo mentre mi passano intorno atleti in tuta e zaino che corrono chissà dove. Leggo la storia dei Templari riportata in una targa all’ingresso della stazione della District Line, mentre l’enorme ruota panoramica manda i suoi riflessi blu sull’acqua.

    Greetings from London ’10 – Ritorni

    Filed under: — JE6 @ 01:01

    Il brutto del tornare ciclicamente in certi posti è che perdi la sorpresa della novità, quello stare con gli occhi aperti per assorbire il mai visto e poterlo ricordare e poterlo raccontare. Il bello è, a volte, sentire il calore del ritorno – non proprio come se fosse casa ma quasi, un luogo familiare, che conosci e anticipi. Non ricordo quante volte sono stato a Londra, e ogni volta sono contento di tornarci per tanti motivi che non so nemmeno spiegare – semplicemente qualcosa che uno sente dentro, l’aria e i suoni e le facce e la lingua e i cartelloni pubblicitari – quando sono sulla Piccadilly Line so quali sono le fermate e posso descrivere a occhi chiusi il pezzo che da Hounslow West va a Hounslow Central, il lato sinistro andando verso Londra con il parco e i condomini squadrati e le due vie che disegnano un’ostrica o una foglia, e quando sono in Earl’s Court Road so dove andare a mangiare e il Prince of Teck è un po’ come se fosse il bar sotto la chiesa dove andavo a giocare a biliardo, non è il più bello della via ma è diventato un po’ mio. A pensarci mi fa ridere, sono stato più volte in questo pub che al bar della Triennale o in quello che sta in cima al museo di storia naturale nella città nella quale sono nato e cresciuto e ancora oggi vivo; forse è vero che ognuno ha bisogno di qualche punto fermo, e non importa se questo è vicino o lontano, basta poterlo ritrovare.