Slapstick comedy
Nelle comiche degli anni Venti c’è sempre una scena nella quale il protagonista porta in spalla una lunga asse di legno. Si gira, e con un’estremità abbatte un vaso prezioso. Sente il rumore, si volta dall’altra parte e infrange una finestra. Si spaventa, si volta di nuovo e colpisce l’amico, o il nobile padrone di casa, in una successione di inconsulti movimenti riparatori che non fanno altro che provocare nuovi e irreparabili danni. Ci sono periodi nella vita durante i quali sembra che le cose vadano così – una parola fa un danno da una parte, l’offerta di scuse ne procura un altro dalla parte opposta e così via, fino a quando il ciclone si ferma, e ciò che resta da fare è guardarsi intorno, sedersi, immobilizzarsi per un po’. E poi raccogliere i pezzi, e vedere se c’è una colla abbastanza forte per rimettere insieme ciò che una volta era intero.