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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    16/07/2010

    Quello che sembrava un treno, ma in realtà erano montagne russe

    Filed under: — JE6 @ 13:52

    A volte le cose si fanno senza un vero motivo. Senza un vero motivo importante, dico, uno di quelli da massimi sistemi. Poi finisce che le cose ti trovi a farle, e il motivo ce lo trovi dentro, chiaro, evidente, semplice. La storia è quella che trovate raccontata qui sotto, con le parole che ha scelto una delle migliori compagne di viaggio che si possano immaginare. Otto tappe, un piccolo giro del mondo fatto per cimiteri, perché “si impara sulla vita guardando la morte”. Grazie, my dear friend.

    Un giorno d’estate una signora malmostosa e un signore silenzioso a cui tutti davano del lei si incontrarono in una grande piazza dove la gente si parla senza vedersi. Tra un accenno e una mezza parola scoprirono di avere una passione in comune: i cimiteri. Un giorno il signore silenzioso, che amava molto scrivere, le mandò un biglietto in cui le chiedeva di scegliere dei cimiteri per lui, su cui poi scriverci dei racconti, lei ci pensò e disse “Va bene” . Salirono insieme su quello che sembrava un treno, ma in realtà erano montagne russe, e ogni volta che lei pensava di aver trovato il posto giusto tirava il freno di emergenza e scendevano al volo. A quel punto la malmostosa si sedeva e gli raccontava cosa avessero visto i suoi occhi in quel luogo, lui la ascoltava, prendeva carta e penna e si allontanava, mentre lei lo attendeva tranquilla. Finito di scrivere il racconto il signore silenzioso ritornava da lei, che lo leggeva e lo metteva in una scatola di metallo che aveva con sé, e dopo, insieme, se ne andavano. Un giorno, dopo l’ennesimo foglio scritto fitto fitto, il signore si sedette vicino a lei e le disse che forse anche agli altri potevano piacere le loro storie, lei non gli rispose, aggrottò la fronte, guardò la scatola che teneva sulle ginocchia e dopo un lungo sospiro decise di continuare a fidarsi di lui come aveva fatto fino a quel momento, lo ringraziò per lo splendido viaggio, si alzò e lo salutò con un bacio in fronte. La signora malmostosa ritornò nella grande piazza si sedette sulla sua panchina nera con le scritte bianche e disse a tutti quelli che erano lì e che la conoscevano che aveva da leggergli qualcosa, aprì la scatola, tirò fuori il primo foglio, mentre il signore silenzioso la guardava da lontano seduto al tavolino del bar.

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