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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    02/09/2010

    Un occhio, e poi l’altro

    Filed under: — JE6 @ 09:11

    Ciao papi, buonanotte.
    Buonanotte, piccolina.


    Papi.
    Sì, dimmi.
    Vieni.
    Sì, eccomi.
    Adesso ti faccio quello che mi faceva la mamma quando ero piccola.
    Oh, e cosa ti faceva.
    Mi dava un bacio su un occhio, poi me lo dava sull’altro, e io mi addormentavo.
    Sì? Non me lo ricordavo.
    Vieni qui.
    Sono qui.



    Grazie, bambina. Buonanotte.
    Buonanotte, papi.

    [Non funziona; ma si dice che sia il pensiero, quello che conta]

    Sul muretto

    Filed under: — JE6 @ 08:43

    Ogni tanto si sedevano sul muretto, quello che senza nessun motivo che agli occhi altrui sarebbe sembrato valido sentivano “loro”, e si rilassavano. Lui le diceva delle cose piccole, stai bene con questi jeans, lei sorrideva un po’ contenta e un po’ imbarazzata, a volte facevano dondolare le gambe, a volte, se faceva molto caldo, si toglievano le scarpe. Capitava che lei iniziasse a parlare, e gli raccontasse di una persona che lui aveva conosciuto di sfuggita, ricordando fatti, e persone, e viaggi, e lui stava ad ascoltare in silenzio, interrompendola ogni tanto con un oh, un davvero, rendendosi conto di quanto non si conoscono mai davvero bene le persone, di quanto queste possono sorprenderti, never judge a book by its cover, lei andava avanti e lui godeva dello stare ad ascoltarla, del poter essere seduto su quel muretto a farsi riempire dalla serenità inaspettata e invincibile di quella voce, fino a quando lei si fermava e diceva ecco, tutto qui, e allora rimaneva un lungo momento di silenzio, lei guardava un punto indistinto davanti a sè, lui sorrideva, ti ho già detto che questi jeans ti stanno molto bene, vero?