Da Shrek a Fiona, in poche semplici mosse
Tutto e subito, ecco l’orrore dei nostri tempi. E’ la prima volta che vengo in Polonia, e mi rendo conto che tendo già a farmene un’idea stando quassù, a sette-ottomila metri di altezza – la neve che incomprensibilmente scompare nell’arco di cinque o sei chilometri, i campi tutti rettangolari lunghi e stretti, i boschi ghiacciati. Come se si potesse capire qualcosa di un posto volandogli sopra, come se si potesse anche solo lontanamente immaginare la vita dei quasi quaranta milioni di persone che stanno là sotto senza incrociarne lo sguardo. Mi vergogno un po’.
Questa mattina, leggendo i quotidiani aggiornamenti sull’omicidio di Sarah Scazzi, mi sono venute in mente queste quattro righe che scrissi poco meno di quattro anni fa. E mi sono venute in mente non perché mi ritenga un maestro, ma proprio per il motivo contrario – predico bene e razzolo male. Perché adesso si dice (si dice, eh) che l’orco dormiva, che Sarah sarebbe stata uccisa dalla cugina, che la zia sapeva. Siamo passati da Shrek a Fiona, insomma – in una manciata di giorni e poche semplici mosse. Intanto abbiamo tutti – tutti: le grandi firme dei giornali, i barbieri e i blogger – dato fondo alle nostre riserve di sociologia d’accatto, Alberoni originali e made in Paderno Dugnano, tutti con le nostre brave teorie – l’incidenza del cattolicesimo nella spettacolarizzazione del delitto, la società dell’orrore, i parenti serpenti, la prevaricazione e la violenza maschile sulle donne – pronte a essere smentite dalla prossima edizione straordinaria, dal prossimo plastico di Bruno Vespa, dal semplice passare del tempo misurato in ore e non in anni. Tutto e subito, ci hanno insegnato così.