Smemoranda
Non ricordo dove ho visto questo servizio televisivo, col giornalista che intervista un vecchio deputato della Lega (Alessandro Cè) e un ancor più vecchio direttore de “La Padania”, e questi che ricordano i tempi in cui Silvio Berlusconi era, per Umberto Bossi – e quindi per la Lega tutta – un mafioso, un pericolo per la democrazia, uno entrato in politica per l’esclusiva cura dei propri interessi. Poi le cose cambiano, ed ecco il matrimonio che regge a qualsiasi attacco e intemperie, indissolubile a dispetto di qualsiasi previsione. Lì per lì, guardando quel servizio, mi dicevo beh, d’accordo il Bossi che avrà avuto – e tuttora avrà – i suoi interessi, ma quelli che lo votano, quelli che l’Umberto el g’haa semper resun, come fanno a essere così ciechi e smemorati, come fanno a non ricordarsi di aver sputato sul loro unico e vero alleato fino a dargli del delinquente (e ad averlo scritto a caratteri cubitali, nove colonne in prima), cosa gli ha fatto cambiare idea. Poi ho pensato che basta guardarsi in giro, e a volte allo specchio, che questa è pratica comune della gggente, nel lavoro, nelle cose private, senza alcun senso non dico della memoria ma quantomeno del ridicolo, la gggente che è quella che davvero ha ciò che si merita, e ho girato su ESPN America, Ginobili chiama il pick and roll, penetra, scarica, tiro da tre, canestro.