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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    06/06/2012

    Comes a time

    Filed under: — JE6 @ 14:10

    Sto seduto sulla poltrona del barbiere, che mi sa è ancora quella di quando hanno aperto il negozio e non arrivava la metropolitana e in giro vedevi quasi solo 500 e Aldo Moro era vivo e presidente del consiglio. La radio passa Comes a Time e ho subito dodici anni, a me Neil Young non è che piacesse più di tanto ma il mio migliore amico dell’epoca, che sarebbe rimasto tale per una decina d’anni fino a quando università e lavoro e tutto il resto non ci avrebbero mandato uno da una parte e uno dall’altra del quartiere per non farci rivedere praticamente mai più, lui Neil Young lo amava proprio, e allora quando stavamo a casa sua ad ascoltare musica non c’era modo di evitarlo e sai com’è con le canzoni, le senti mille volte e alla fine o ti viene il vomito e non ti ci vuoi più avvicinare per il resto della vita oppure diventano parte di te come una camicia stinta che non tiri fuori più dall’armadio ma non ti azzardi a buttarla via. Mi rendo conto che il testo non l’ho mai saputo, forse il mio amico lo conosceva a memoria – credo di sì, ma magari fingeva di saperlo e cantava in inglese come Celentano, chissà – ma io no di sicuro, allora vado a leggerlo e niente, ovviamente parla di cose che noi mica potevamo capire, comes a time when you’re driftin’ e poi ritrovarsi, guardare questo vecchio mondo che continua a girare e gli alberi che non si spezzano, che stanno sempre lì, lo vedi che c’è un tempo per ogni cosa – o almeno dovrebbe esserci, poi alla fine è questione di fortuna, c’è un tempo per ogni cosa ma non è detto che sia il tempo giusto, Delitto e castigo avrei dovuto leggerlo allora e perdermi e struggermi dietro a Raskolnikov e Sonecka, non oggi che conto quante pagine mancano alla fine e basta diobono con tutte queste svenevolezze, e Comes a time avrei forse potuto godermelo oggi però, dai, si fa quel che si può, va bene anche che mentre il rasoio passa sulla nuca tu socchiudi gli occhi e muovi appena le labbra per dire camsetaim, il barbiere ride, chissà quando ricapita a me di risentire questa canzone e a lui di vedermi ragazzino.