Stories of the Bund – Dal bouquet
Il fotografo si inginocchia e fa segno agli sposi – un po’ più a destra, tu avvicinati a lui, alza la testa. Alle sue spalle stanno tre bambine, avranno cinque o sei anni, e sono belle come i piccoli cinesi, e come in ogni parte del mondo. Guardano affascinate il vestito della sposa, questa macchia bianca dentro la più grande macchia verde che è Xujihaui Park con il suo lago rinsecchito, le passeggiate sopraelevate e il playground sponsorizzato Adidas. Tengono gli occhi fissi sul viso da bambola della ragazza, sui capelli pettinati con cura, sulle scarpe lucide. Dopo qualche scatto il fotografo fa capire che va bene così, che si può andare o magari spostarsi da qualche altra parte, lo sposo offre la mano alla moglie e lei gli si affianca cercando di non sporcare quel vestito che chissà in quale soffitta o cassapanca andrà a finire tra qualche ora. Dal bouquet della ragazza cade un fiore, uno solo, di un rosa forte e screziato: le bambine fanno un primo passo, timido, poi capiscono che nessuno ci ha fatto caso e allora corrono sul quel fiore, una delle tre lo prende in mano e le altre due la guardano invidiose ma solo per un secondo perché quella che sta tenendo il fiore tra due dita della mano destra con la sinistra prende un petalo e lo dà all’amica e poi ne prende un altro e lo dà all’altra bambina e adesso sono tutte e tre così, con un petalo rosa in mano che si guardano e ridono, e corrono verso una pozza d’acqua che sta lì vicino, si piegano sulle ginocchia accucciandosi come solo i bambini sanno e possono fare e fanno cadere, tutte e tre nello stesso momento, il proprio petalo nell’acqua, dove adesso si ricompone il fiore caduto dal bouquet di una sposa di marzo a Xujihaui Park.