Dai, vediamoci, mangiamo qualcosa insieme
C’è un momento, quello che ormai la serata è finita, è tardi e sei sul marciapiedi vicino alla macchina. E’ il momento dei saluti, ciao, stai bene, mi ha fatto piacere vederti, appoggi la guancia sull’altra oppure stringi la mano e nell’istante preciso in cui lo fai il cervello se ne va da un’altra parte a chiedersi quando è stato che abbiamo iniziato a salutarci sostituendo la stretta di cento generazionni con quella mossa da braccio di ferro che fa così tanto tribù fuori tempo massimo. C’è quel momento in cui dici dai, vediamoci, mangiamo qualcosa insieme, sì, certo, molto volentieri, c’è quel momento che sei a mille chilometri da casa e dici la verità, dici proprio quel che pensi, dai, vediamoci, mangiamo qualcosa insieme, sì, certo, molto volentieri, c’è quel momento che non pensi a tra un mese o due ma solo a quel secondo preciso dei saluti, da quanto tempo non ci vedevamo, quattro mesi o venticinque anni e dici la verità esatta, dai, vediamoci, mangiamo qualcosa insieme, sì, certo, molto volentieri, c’è quel momento brevissimo e infinito, e il momento dopo accendi la macchina, e guardi nello specchietto se puoi uscire dal parcheggio.