Ogni cosa è illuminata
Quando il pallone si stacca dall’asfalto scrostato e umido le cose devono ancora andare al loro posto. Poi la sfera sale disegnando una parabola che sembrerà perfetta, accompagnata da dieci paia di occhi sparsi su un dimenticato campo da tennis incassato in un paese di sassi in mezzo a colline di vino; quando passa davanti agli alberi che recintano il rettangolo rosso il pallone si allinea con una enorme luna piena e bianca, come in quel film di bambini e biciclette volanti, quello è il momento in cui ogni cosa si illumina, la rete verde, il cantiere a riposo, il campanile, i giubbotti appoggiati sulle panchine di pietra, e da lì le cose vanno solo come possono andare, il pallone tocca il piede e vola necessario come un sasso sull’acqua e per un secondo infinito non ci sono più clienti, mutui, Xanax, non c’è più nulla se non i dodici anni che non ho mai più avuto amici come quelli, e un lampo di perfezione che mette a posto tutto, e tutti.