Abiti e matite
Il giorno prima è quello dei piccoli preparativi: una spazzolata alle scarpe, il riordino della borsa, la punta a un paio di matite, i piccoli dettagli che fanno l’abito che poi farà il monaco con l’idea consapevolmente illusoria che se tutto è al suo posto allora tutto è sotto controllo e niente potrà andare storto. Nel giorno prima ci stanno anche le cose importanti che non hanno a che fare con le otto del mattino del giorno dopo, una camminata fino al cimitero, sembra ieri e sono già cinque anni, il ritorno verso casa, un bicchiere di prosecco al circolo, quattro chiacchiere con la sensazione di essere una maglia di una rete più grande, quella che ti tiene su anche quando non te ne accorgi; e dopo è già l’ora, un’ultima occhiata prima di un film, la scrivania in ordine, gli appunti allineati, quella strana sensazione di inutilità necessaria che provi mentre guardi la macchina appena uscita dal lavaggio e sai che basteranno poche ore per sporcarla di nuovo, e una specie di paura che ci sia del buono pure nelle cose che devi, anche se non vuoi, fare.