Cose/3
Come una sagoma sul pavimento
come sabbia sotto il cemento
come una magra malattia
come il passato
in una fotografia
Nessuno capì mai perché lo fece, cosa gli passò in testa quando decise di uscire di casa in piena notte per attraversare mezza città e fermarsi in mezzo al marciapiede, davanti al bar tabacchi di fronte al quale era casualmente passato quella mattina. Nessuno capì mai perché lo aveva colpito così tanto la sagoma che un poliziotto aveva disegnato con il gesso seguendo il contorno del cadavere di un rapinatore senza fortuna, né tanto meno perché aveva deciso di stendersi per terra adeguandosi a quella forma, calcolando che il braccio destro sarebbe caduto a riempire esattamente quel pezzo di asfalto in mezzo a una riga bianca subito dopo aver tirato il grilletto. Nessuno seppe mai perché nella tasca destra dei pantaloni stazzonati ci fosse la fotografia a colori di una bambina scalza ed emaciata che colore della pelle e lineamenti non portavano a lui in alcun modo – qualcuno pensò a una relazione segreta, altri ad un’adozione a distanza, senza che questa o quella ipotesi avesse anche un minimo fondamento nelle insignificanti tracce che si era lasciato alle spalle, lievi come lo strato di polvere che copriva i mobili del suo appartamento. Nessuno capì mai tutto questo, né i colleghi né i vicini di casa, anche quei pochi arditi che il giorno dopo risposero sì, abbastanza a chi gli chiedeva se lo conoscevano. Nessuno lo capì mai, e solo la fortuna di aver mentito dando quella risposta li protesse dall’infinito sconcerto che li avrebbe presi se solo avessero saputo che nemmeno lui aveva capito quel che stava facendo e quel che stava per fare nel momento in cui decise di uscire di casa in piena notte per attraversare mezza città e fermarsi in mezzo al marciapiede, davanti al bar tabacchi di fronte al quale era casualmente passato quella mattina.
November 24th, 2015 at 15:29
Bello.