Farsene un’idea
Ho letto tanto quest’anno. E’ andata così, non ho fatto altre cose – guardare film, fare bricolage, parlare un po’ di più con la famiglia – ma ho fatto questa, ogni giorno. Quando leggi tanto trovi anche tante frasi memorabili; naturalmente non me le ricordo, ma le tengo segnate. Mi è rimasta in testa l’ultima: in quanto ultima, ma anche perché mi sembra che riassuma bene il perché leggo tanto. L’ha scritta Annie Dillard in un libro del 1982 che vale il tempo investito già per il titolo: “Teaching a Stone to Talk: Expeditions and Encounters“. La frase è questa, nella traduzione de “Il Post”: «Lo scopo di andare in un posto come il rio Napo in Ecuador non è vedere uno spettacolo straordinario. È semplicemente vedere che cosa c’è. Siamo su questo pianeta una volta sola, e tanto vale farsene un’idea». Credo che fosse Pavese a dire che alla fine il motivo fondamentale di leggere e scrivere e parlare con la gente è quello di capire come stiamo al mondo. E al mondo ci stiamo in tanti modi, ci stiamo bene e male, con dignità, con paura, con boria, in silenzio, urlando, andate avanti come credete, ci siamo capiti. Alla fine lo scopo è quello di vedere cosa c’è, di farsene un’idea; alla fine serve tutto, una figlia di Elizabeth Strout e un broker di Michael Lewis e un principe di William Shakespeare e un fisico di Carlo Rovelli; alla fine siamo su questo pianeta una volta sola, e tanto vale farsene un’idea.