Tornando
Non è che abbia qualcosa da dire, tornando qui. E’ un po’ venire nella seconda casa, controllare che sia tutto più o meno in ordine, vedere che sì ci sarebbe da fare la polvere e magari passare lo straccio dei pavimenti però in fondo non è così sporco, sentire che manca qualcosa .- qualcosa che ti faccia venire voglia di fermarti – senza sapere definirlo. No, non c’entrano la pandemia, il lockdown, il lavoro che oggi c’è e domani chissà: non so se cambieremo davvero il nostro modo di vivere, so – credo di sapere, illudendomi come tutti di poter prevedere pezzi di futuro – che noi saremo gli stessi di ottobre dell’anno scorso e maggio di tre anni fa e gennaio di otto, noi, voi, io, gli stessi animali dal cervello molto sviluppato, né migliori né peggiori. Non è che abbia qualcosa da dire, tornando qui: ma a volte si sentte che bisogna forzarci a non perdere qualche abitudine, rifacendo gesti che in quel momento sono vuoti di significato ma vanno a pescarlo in qualche anfratto dell’esperienza non ancora murato e gettato nell’oblio. Fake till you make it, quante volte: e mai che non sia servito.