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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    20/03/2022

    Carezze

    Filed under: — JE6 @ 21:02

    Oggi avevo appena finito di riprendermi dai ragazzini di Hlyboka che mi sono corsi dietro per darmi un altro abbraccio mentre stavo salendo in macchina per tornare a casa, alla mia vita tranquilla fatta di problemi che mi sembrano enormi e sono solo la proiezione delle mie ansie, quando mi sono imbattuto in un articolo che racconta la storia delle carezzatrici, delle volontarie che regalano il loro tempo ad accarezzare i bambini nati prematuri e che non possono essere accuditi con la costanza necessaria dai genitori e dalle infermiere, per far sentire loro il contatto, l’amore, l’affetto, il calore di un essere umano, per fargli avvertire che non sono soli al mondo. E mi sono chiesto se, almeno per una volta, non fossero stati i piccoli i carezzatori di un adulto, regalandogli ciò che in un mondo giusto invece spetterebbe loro di diritto.

    17/03/2022

    E c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra

    Filed under: — JE6 @ 10:05

    Abbiamo aperto i portelloni dei furgoni e fatto entrare quasi una quarantina di persone, in larga maggioranza donne e bambini, cercando di distogliere gli occhi dagli uomini che salutavano mogli e figli ricacciando in gola le lacrime, peraltro senza riuscirci. Ci siamo presentati, cercando di imparare i nomi e provando a conoscerci e capirci grazie a Google Translate («S., sei tormentato?» – «No Oksana, forse volevi dire stanco. Sì, un po’. Ma non troppo, stai tranquilla»).

    Una settimana fa mi stavo preparando a partire per l’Ucraina, senza avere uno straccio di idea di cosa avrei visto e provato. Ho cercato di raccontarlo per Linkiesta, e mi rendo conto di esserci riuscito solo in piccolissima parte, ma tant’è.

    07/03/2022

    Anacronismi (la storia sono loro)

    Filed under: — JE6 @ 16:15

    Dei classici greci non ho letto molto, ma ricordo che le prime volte li trovavo così vicini a noi e al nostro tempo che la prima reazione era “guarda che modernità”. Mi ci è voluto un po’, poi ho capito che non erano loro a essere moderni, eravamo noi che non ci eravamo mossi dal loro tempo.

    (Una settimana fa eravamo occupati con altro, ma cadeva il trentesimo anniversario della guerra di Bosnia; come passa il tempo quando non si fa niente)