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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    03/04/2022

    My own private Ukraine (qualche tempo dopo)

    Filed under: — JE6 @ 09:34

    Fare una cosa buona (fare del bene è un’altra storia, credo) produce spesso un effetto collaterale: la fa fare anche ad altri; per piacere di collaborazione, per far vedere che non si è da meno, per la sorpresa di realizzare che non è così difficile, i motivi sono tanti ma il risultato poi è quello: un’altra cosa buona.


    Rendere pubblica la cosa buona che si fa o si è fatta porta su un terreno scivoloso, quello della superbia e dell’arroganza; non c’è una ricetta da seguire, non credo che esista. Farla in silenzio a volte è un obbligo, ma in generale né toglie né aggiunge valore. Dipende, diciamo.


    Sarà che noi siamo ricchi, ma i soldi e in generale “le cose” sono la parte più facile: ci vuole davvero poco a trovarli e riceverli, anche da chi non ne ha molti.


    C’è tanto, tanto, tanto lavoro da fare una volta che le persone sono fuori pericolo; scavallare una lingua sconosciuta, mettere in fila i passi per avere il codice fiscale e poi la tessera sanitaria e poi il visto temporaneo, incastrare gli orari, rendere tutto questo un insieme che sembri non dico sensato ma almeno comprensibile, capire se serve di più o prima un maglione o un pacco di assorbenti, dare mezz’ora alle dieci di sera per ascoltare lo sfogo di una donna stanca e confusa di fronte al totem della burocrazia, mettere in fila tutti i pezzetti che compongono la propria vita ma dei quali non abbiamo consapevolezza tanto li diamo per scontati e rimetterli a posto in un’altra fila per un’altra persona.


    E’ più facile guidare tre giorni o battere cassa per un bonifico che chiedere “avete notizie da casa?”


    Ci sono i rifugiati di serie B.

    La libertà che davvero conta richiede attenzione, e consapevolezza, e disciplina, e sforzo, e la capacità di interessarsi davvero alle altre persone e di sacrificarsi per loro, continuamente, ogni giorno, in una moltitudine di piccoli e poco attraenti modi. (David Foster Wallace, “Questa è l’acqua”)

    3 Responses to “My own private Ukraine (qualche tempo dopo)”

    1. Roberto Says:

      Scusa ….Sono passati 30 giorni non è il caso di scrivere un post….
      Vogliamo tue notizie!!!

    2. Roberto Says:

      Scusami…Se non scrivi non deve essere una coincidenza….

    3. Roberto Says:

      Sai e non mi riferisco a Te…Ci sono persone che si credono importanti e vogliono lasciare il il segno ….Per il Destino …forse per la Storia… Non è il mio caso …ho avuto diversi giorni che hanno lasciato il segno inoltre ho due bambine che mi ricordano più di ogni altra cosa che ho lasciato il segno del mio passaggio…
      Altri non trovano pace… Superare il segno o non essere al di sotto di una persona non è tollerato….Sono meglio di Lui ..Non mi capicito il successo ma allo stesso tempo non conosco il prezzo del suo sacrificio….
      Mi do 3 anni di tempo per trovare una pace di cui conosco il gusto ma da Agosto 2016 è stata duramente messa alla prova..
      Considero il 2021 e nello specifico Maggio l anno in cui ho trovato la libertà… E questa difficilmente qualcuno potrà toglierla..
      Oggi 06 Maggio 2022 è un giorno di festa… Spero che lo sia pure per Te..

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