Prova a spiegarmelo
Ora prova a spiegarmelo come se fossi un bambino di sei anni, con calma e parole semplici così che io ti possa seguire. Spiegami perché quando hai letto quel nome, Sofri Adriano (si fa così con i galeotti, no? Cognome-nome così l’ordine alfabetico funziona bene) ti sei riempito di bolle e la pressione ti è schizzata a trecento. Spiegamelo bene, lentamente: perché vedi, io credo che ci siano solo due possibilità. La prima è che tu pensi che uno che è stato condannato non possa più esprimere un’opinione: nemmeno su qualcosa che conosce meglio di chiunque altro, come la prigione, e a proposito di quella storia che la pena non serve solo a punire ma a rieducare le persone e rimetterle nelle condizioni di partenza, uguali a noi che al gabbio non ci siamo mai andati, non ci avrete davvero creduto. La seconda è che tu pensi che il signor Sofri Adriano non possa e non debba esprimere un’opinione, nemmeno su una cosa che conosce molto bene come la prigione, perché è lui, perché si chiama Sofri Adriano ed è stato per decenni uno che ti ha fatto uscire di matto, anche quando diceva e scriveva cose che tu sapevi benissimo essere vere e giuste. Ma questa seconda cosa non potevi farla, i bravi democratici non fanno ostracismo ad personam. E allora ti sei fregato con le tue stesse mani, senza accorgertene hai fatto l’equazione Sofri=condannato; cioè, anche Dell’Utri che pure è una testa fina non potrebbe e non dovrebbe dare un’opinione sulle carceri italiane, no? Non è così, dici? E allora dai, prova a spiegarmelo come se fossi un bambino di sei anni, io sono qui, mi metto comodo.