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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    03/04/2022

    My own private Ukraine (qualche tempo dopo)

    Filed under: — JE6 @ 09:34

    Fare una cosa buona (fare del bene è un’altra storia, credo) produce spesso un effetto collaterale: la fa fare anche ad altri; per piacere di collaborazione, per far vedere che non si è da meno, per la sorpresa di realizzare che non è così difficile, i motivi sono tanti ma il risultato poi è quello: un’altra cosa buona.


    Rendere pubblica la cosa buona che si fa o si è fatta porta su un terreno scivoloso, quello della superbia e dell’arroganza; non c’è una ricetta da seguire, non credo che esista. Farla in silenzio a volte è un obbligo, ma in generale né toglie né aggiunge valore. Dipende, diciamo.


    Sarà che noi siamo ricchi, ma i soldi e in generale “le cose” sono la parte più facile: ci vuole davvero poco a trovarli e riceverli, anche da chi non ne ha molti.


    C’è tanto, tanto, tanto lavoro da fare una volta che le persone sono fuori pericolo; scavallare una lingua sconosciuta, mettere in fila i passi per avere il codice fiscale e poi la tessera sanitaria e poi il visto temporaneo, incastrare gli orari, rendere tutto questo un insieme che sembri non dico sensato ma almeno comprensibile, capire se serve di più o prima un maglione o un pacco di assorbenti, dare mezz’ora alle dieci di sera per ascoltare lo sfogo di una donna stanca e confusa di fronte al totem della burocrazia, mettere in fila tutti i pezzetti che compongono la propria vita ma dei quali non abbiamo consapevolezza tanto li diamo per scontati e rimetterli a posto in un’altra fila per un’altra persona.


    E’ più facile guidare tre giorni o battere cassa per un bonifico che chiedere “avete notizie da casa?”


    Ci sono i rifugiati di serie B.

    La libertà che davvero conta richiede attenzione, e consapevolezza, e disciplina, e sforzo, e la capacità di interessarsi davvero alle altre persone e di sacrificarsi per loro, continuamente, ogni giorno, in una moltitudine di piccoli e poco attraenti modi. (David Foster Wallace, “Questa è l’acqua”)