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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    30/12/2004

    Ultimo pensierino

    Filed under: — JE6 @ 23:07

    [E poi basta, e mi si passi il tono cupo]
    E’ da un paio di giorni che penso che questa spaventosa tragedia che ci passa costantemente sotto gli occhi ha fatto molti meno morti della bomba di Hiroshima, o della guerra civile in Rwanda.

    And, last but not least

    Filed under: — JE6 @ 13:59

    Buon anno, gente.

    Bum

    Filed under: — JE6 @ 13:59

    Se la crisi economica si misura dalla quantità di botti pre-Capodanno sparati nella periferia milanese, siamo messi male, sul serio.

    Capire il tempo

    Filed under: — JE6 @ 13:58

    Sarà pure una mostra largamente inferiore a quelle organizzate in altre parti del mondo, e mostra lacune evidenti anche ai profani come me (chessò, lo sbilanciamento sui ritratti di personaggi famosi ed una-sala-una-sola a “Death and Disaster”), ma questo “Andy Warhol Show” per me è più che sufficiente a farmi venire la curiosità di saperne di più di questo figlio di slovacchi nato in Pennsylvania e morto a New York.
    Sono uscito dalla mostra con tanti punti di domanda (che non è una brutta cosa: anzi), e con la chiara sensazione che Warhol era un artista nel vero senso del termine: colui che dice la parola che tutti hanno sulla punta della lingua ma nessuno riesce ad esprimere. Metteva in mostra cose e persone che tutti vedevano mille volte al giorno: ma lo faceva in modo da tirarne fuori un significato che si poteva capire solo usando i suoi occhi, quelli dell’Artista, appunto. Warhol era la nostra vista, il nostro udito, il nostro tatto: era uno di quelli che ci faceva – e ancora ci fa – capire il tempo nel quale viviamo, quel tempo che crediamo di conoscere e che invece ci sfugge. Per me, è difficile chiedere di più, e infatti non lo faccio. Chapeau, Andy, e che ti sia lieve la terra.

    29/12/2004

    Dio c’è (o forse no, o forse dorme)

    Filed under: — JE6 @ 09:21

    Ammetto di aver seguito distrattamente la questione specifica, un po’ perchè le cose importanti di questi giorni erano altre e più vicine alla cronaca che alla speculazione filosofico-religiosa, un po’ perchè, di solito, da discussioni del genere se ne esce semplicemente confermati nelle proprie idee.
    Comunque, mi pare bizzarro che le prime pagine ospitino da un lato “opinionisti cattolici” impegnati a dire “Lasciamo stare il Padreterno, le cui logiche sono oscure a noi umani”, e dall’altro “opinionisti laici” che invece battono il pugno sul tavolo dicendo “E allora, signor Jahve, come ce la giustifichi una tragedia del genere, tu che sei il buono per eccellenza?”.
    Lo trovo bizzarro perchè i primi, dai quali ci si attenderebbe la capacità di capire e spiegare il perchè e il percome di una simile enormità, sembrano voler svicolare, quasi come se il buon Dio tanto buono non fosse – o non fosse del tutto. E perchè i secondi, dai quali ci si aspetterebbe invece una mera analisi fattuale dell’accaduto, fatta tutta di formule e grafici, si mettono a discutere con l’Onnipotente e ad interrogarlo neanche fossero teologi di chiara fama.
    Non suonasse inappropriato, visti i tempi ed i fatti, si direbbe che il mondo è sossopra. Ma forse è solo confuso, o forse ci sono solo cinquanta righe da riempire, e qualcuno disposto a farlo lo si trova sempre.

    28/12/2004

    Consigli per gli acquisti

    Filed under: — JE6 @ 22:26

    Il titolare, qui, domani (mercoledì) pomeriggio vorrebbe fare un salto a vedere l’Andy Warhol Show alla Triennale. Qualcuno l’ha già visitato? Vale la pena?

    Sparate sul titolista

    Filed under: — JE6 @ 14:01

    In questo momento, l’home page di Repubblica ha un titolo che recita “Andreotti, dalla Cassazione assoluzione piena”.
    Diciamo che il lettore frettoloso salta l’occhiello, e segue il link, che lo porta qui, a leggere già nel titolo “Andreotti, Cassazione conferma prescrizione e assoluzione”. A quel punto, anche senza leggere le successive cinque righe di agenzia, forse anche il lettore frettoloso si chiederà “Ma come, non era mica piena questa assoluzione?”

    Si poteva evitare?

    Filed under: — JE6 @ 08:09

    A quanto pare, sì, qualche decina di migliaia di persone sarebbero ancora vive se.
    Se ci fosse stata una rete di rilevatori marini, una rete di boe di superficie, una rete di satelliti, un centro di raccolta e smistamento informazioni, una struttura di comunicazione con i cittadini. Eccetera.
    Adesso, tutti a dire “Però, vedi le Hawaii, uno tsunami alla settimana e non hanno mica problemi”. Oh, certo. Ma anche da quelle parti si sono decisi a spendere i loro bravi soldini solo dopo essersi visti rasare le isole (casa di Magnum P.I. inclusa) un paio di volte. Come dire, le esperienze degli altri non servono mai a nulla, altrimenti anche a Tolmezzo, a Gubbio e ad Avellino avremmo costruito le case antisismiche come a Tokio, no?

    27/12/2004

    Incidente diplomatico

    Filed under: — JE6 @ 13:36

    Scrive Janou, commentando questo mio post: Triste opinione dello mio paese. Per dire delle cose cosi, non ai visto proprio niente del’ Belgio nanche di suoi habitanti
    (Chiedo scusa per la qualita dello mio italiano)
    .

    Caro Janou, ti prego, leggi anche i post che seguono. Quello dove scrivo “Invece, dopo qualche ora, ti rendi conto che questa città [Bruxelles], che sarebbe morta da tanto tempo (senza nemmeno essersene resa conto), vive delle cento nazionalità delle persone che la popolano (…) sul serio, sembra di stare nel centro esatto del mondo, o di questa parte di mondo che chiamiamo Europa“; oppure, quello dove magnifico la vostra capitale dicendo “Insomma, qualche piazza l’ho pure vista, in vita mia: davvero, la Grand Place di Bruxelles si merita almeno il podio. Uno spettacolo di architettura, di musiche in sottofondo, di luci che illuminano i palazzi, di gente che se ne sta con il naso rivolto verso l’alto, di bicchieri di Gluhwein. Una cosa che tira via il fiato, che ti fa restare fermo, in silenzio, a guardare i riflessi verdi e rossi e blu delle luci che fanno brillare la cattedrale“.
    Sai, i paesi hanno tutti del bello e del brutto: cosa credi, che l’Italia sia tutta un quadro di Leonardo? No, vieni a fare un giro nella periferia di Milano, o lungo certe statali del Veneto dove trovi solo capannoni industriali a togliere la vista di colline un tempo splendide. E così è anche il Belgio, che attraversai in pullman tanti anni fa per andare a cercare un cugino di mia mamma, e fu come scivolare su un tavolo da biliardo per andare a finire in un quartiere dove parlavano tutti italiano – e il cugino se ne stava in Sardegna. Insomma, vivi in un posto del quale – credo – hai motivo di essere orgoglioso, come chiunque, anche se non lo vuole dire e ammettere, è un po’ orgoglioso del luogo nel quale è nato e cresciuto.
    Stammi bene, Janou: magari, la prossima volta che vengo, ti scrivo. Se sei in zona, ci troviamo a bere una birra (buona anche quella, davvero).

    The unforgettable fire

    Filed under: — JE6 @ 10:24

    Il giorno che i vari Franz Ferdinand e compagnia cantante saranno capaci di tirar fuori un disco al livello di “How to dismantle an atomic bomb” (che pure è tutt’altro che uno dei migliori, nella discografia degli U2), fate un fischio, così andrò ad accendere un cero votivo alla Madonna delle Sette Note.