Scrive Janou, commentando questo mio post: Triste opinione dello mio paese. Per dire delle cose cosi, non ai visto proprio niente del’ Belgio nanche di suoi habitanti
(Chiedo scusa per la qualita dello mio italiano).
Caro Janou, ti prego, leggi anche i post che seguono. Quello dove scrivo “Invece, dopo qualche ora, ti rendi conto che questa città [Bruxelles], che sarebbe morta da tanto tempo (senza nemmeno essersene resa conto), vive delle cento nazionalità delle persone che la popolano (…) sul serio, sembra di stare nel centro esatto del mondo, o di questa parte di mondo che chiamiamo Europa“; oppure, quello dove magnifico la vostra capitale dicendo “Insomma, qualche piazza l’ho pure vista, in vita mia: davvero, la Grand Place di Bruxelles si merita almeno il podio. Uno spettacolo di architettura, di musiche in sottofondo, di luci che illuminano i palazzi, di gente che se ne sta con il naso rivolto verso l’alto, di bicchieri di Gluhwein. Una cosa che tira via il fiato, che ti fa restare fermo, in silenzio, a guardare i riflessi verdi e rossi e blu delle luci che fanno brillare la cattedrale“.
Sai, i paesi hanno tutti del bello e del brutto: cosa credi, che l’Italia sia tutta un quadro di Leonardo? No, vieni a fare un giro nella periferia di Milano, o lungo certe statali del Veneto dove trovi solo capannoni industriali a togliere la vista di colline un tempo splendide. E così è anche il Belgio, che attraversai in pullman tanti anni fa per andare a cercare un cugino di mia mamma, e fu come scivolare su un tavolo da biliardo per andare a finire in un quartiere dove parlavano tutti italiano – e il cugino se ne stava in Sardegna. Insomma, vivi in un posto del quale – credo – hai motivo di essere orgoglioso, come chiunque, anche se non lo vuole dire e ammettere, è un po’ orgoglioso del luogo nel quale è nato e cresciuto.
Stammi bene, Janou: magari, la prossima volta che vengo, ti scrivo. Se sei in zona, ci troviamo a bere una birra (buona anche quella, davvero).