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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    31/08/2006

    One way

    Filed under: — JE6 @ 10:45

    Fateci caso, questo è il periodo in cui tutti parlano delle vacanze appena concluse, e nessuno ascolta.

    30/08/2006

    Quanto costa fare finta di essere una star (part two)

    Filed under: — JE6 @ 08:53

    Desiderate volare usando le vostre ghiandole mammarie come mongolfiere ma siete a corto di fondi? Volete navigare usando le vostre labbra a mo’ di canotto ma la mamma scuote la testa e non vi stacca l’assegno?
    Niente paura, la Banca di Credito Cooperativo San Marzano di San Giuseppe vi mette a disposizione il Conto Rosa, che secondo Italia oggi è un “finanziamento agevolato per interventi di chirurgia estetica o serie di trattamenti di bellezza. Basta aprire un conto e presentare le normali garanzie per il mutuo, con il preventivo del medico che eseguirà il trattamento”.
    Grazie al cielo, mia figlia legge solo favole e fumetti, per il momento.
    BCC San Marzano di San Giuseppe (via Italia Oggi, per abbonati)

    29/08/2006

    Greetings from Costa Blanca – 2. Melting Pot

    Filed under: — JE6 @ 11:47

    La colonia, dicevo.
    In realtà, le colonie. La Deutsche Baeckerai. Un cartello che pubblicizza Doctor-Arzt. La Nederlandse qualcosa. Il trentatre per cento dei tedeschi vuole trasferirsi all’estero, una volta in pensione. Il chiosco appena fuori dalla nostra villa è gestito da croati che si offendono se ti fermi dopo la prima weissbier.
    E’ sera, spegnamo le luci, e resto sulla poltroncina del patio a guardare le stelle. In lontananza, la pagoda di un ristorante cinese.

    Greetings from Costa Blanca – 1. The Colony

    Filed under: — JE6 @ 11:38

    Non avevo bisogno di andarci di persona, per sapere che la Costa Blanca, come altri pezzi della costa spagnola, era diventata una colonia dei sudditi di Her Majesty – bastava leggere l’Economist e forse anche Affari e Finanza. Ciò nonostante, è piuttosto straniante andare in edicola e trovare CB Daily, o trovarsi a passeggiare su un lungomare e leggere una teoria di cartelli che invitano a fare colazione con la full english breakfast, a cenare con la three-courses dinner oppure a passare un paio d’ore di stress guardando Liverpool-West Ham, 1.45 pm.
    Peraltro, le ragazze inglesi sono molto più belle al mare che non in città, dovesse interessare come informazione.

    Greetings from Barcelona – 4. Atlanta F.C.

    Filed under: — JE6 @ 08:50

    Dicevo, le cose migliori in una città sono spesso un po’ laterali, defilate, in ombra. Percorriamo l’Hospital, passando tra macellerie islamiche, alberghi a mezza stella e bazar cinesi, e sbuchiamo nella Rambla del Raval, dove non si trovano cervezerie e saltimbanchi, ma matrone, bambini, studenti stranieri e quella razza di dropout scazzato e malinconico che capita di incontrare nelle città di mare.
    Ci fermiamo davanti all’ingresso dell’Atlanta F.C., la squadra di calcio del quartiere. Il luogo dove vorremmo invecchiare, sul serio. Dentro ci sono tre donne, in vestaglia e ciabatte, di età certamente non inferiore ai settantacinque anni, che giocano ad una specie di gioco dell’oca di bellezza indescrivibile, disegnato su una tavola di alabastro o comunque di pietra dura e lucida.
    I due tavoli a fianco sono occupati dai giocatori di domino e da coloro che assistono alla partita, e ognuno di essi è un personaggio che meriterebbe un racconto di Soriano: il professore, con gli occhiali e la barba ben curata; il marinaio, con la faccia scavata e la maglietta a righe bianche e blu; il ras, che riesce a parlare e fumare senza mai perdere il controllo dello stuzzicadenti incollato all’angolo destro della bocca; il matto, che tiene stretto al petto un cane più vecchio di lui e dondola la testa senza scuotere uno solo dei capelli riportati da un orecchio all’altro.
    C’è un solitario, sui sessant’anni, con l’orecchino, le ciabatte da casa e una camicia fucsia, che legge un libriccino, forse di poesie.
    Ci fermiamo affascinati a guardare le fotografie delle squadre dell’Atlanta F.C., scattate su campi polverosi, per la maggior parte in epoche preistoriche; andiamo al banco a ordinare bocadillo y cerveza, che ci vengono portati dalla sorella delle giocatrici dell’oca, la quale ci regala un sorriso sdentato da nonna di Pupi Avati. I bocadillos sono caldi e la birra è fredda, ed è la cena più buona da tanto tempo a questa parte (quanto abbiamo pagato? sette euro in due), e scattiamo anche un paio di foto e nessuno fa una piega, e quando usciamo la signora al banco ci chiede se ci è piaciuto quello che abbiamo mangiato, e ancora adesso mi pento di non essere andato lì ad abbracciarla, invece che essermi limitato a risponderle “sì, moltissimo”.

    Greetings from Barcelona – 3. Mattone dopo mattone

    Filed under: — JE6 @ 08:03

    A me pare fantastico che dal 1890 e spiccioli, centinaia di migliaia di persone paghino un obolo destinato alla costruzione di una cattedrale, nella speranza che questa non venga completata mai.

    Greetings from Barcelona – 2. Io, qui, ci sono già stato

    Filed under: — JE6 @ 08:01

    Non so se sono i miei neuroni a soffrire per il caldo e l’età, ma la prima – o forse, la seconda: la prima è stata “ehi, ci siamo”, e la prima-bis “Gesù, che caldo” – sensazione provata mettendo piede a Barcellona è stata di deja-vu; Barcellona è Amsterdam, mille o duemila chilometri più a sud, e fa più caldo, e la birra è un po’ più leggera, ma sul fatto che queste due città siano gemelle non c’è alcun dubbio.
    E come ad Amsterdam, le cose più belle e toccanti e vere anche nei loro tratti di più spudorata falsità si trovano poco a lato della luce dei riflettori; a dieci metri dalla Rambla, dai mimi, dai suonatori di strada, dai banchi che vendono usignoli e pappagalli, ecco la Boquera, il mercato di frutta, verdura, pesce, formaggi, uova e prosciutto. La magnificenza, nello sporco, nel rumore e nelle luci dei flash delle digitali da quattro megapixel, la magnificenza di questo luogo è paragonabile solo a quella della Djamaa-el-F’naa di Marrakech, e il fatto che io non trovi parole per descriverla, ma riesca solo a ricorrere a immagini e paragoni, sperando di usarne qualcuno che dica qualcosa anche a voi che leggete, mi pare una descrizione – appunto – sufficiente.

    Greetings from Barcelona – 1. In compagnia di Fedor

    Filed under: — JE6 @ 07:55

    Capita che ti trovi in viaggio, con migliaia di chilometri e posti nuovi che ti aspettano, e leggi cose così: il nostro infinito e impossibile percorso verso casa è già casa (…) finchè ecco che la porta si apre… e si apre verso l’esterno – eravamo già dove volevamo essere sin dal principio (David Foster Wallace, su Fedor Dostojevski).

    28/08/2006

    Back (in time?)

    Filed under: — JE6 @ 13:18

    Il titolare riprende le attività. Da domani, magari. Intanto, ben trovati.

    10/08/2006

    Quanto costa fare finta di essere una star

    Filed under: — JE6 @ 10:58

    Se avessero un po’ di spirito, quelli di Magnolia avrebbero già pronta la sigla dell’Isola dei Famosi.
    Adnkronos, Angolo Testi