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Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    30/11/2005

    Nuovo scarpone

    Filed under: — JE6 @ 14:50

    Pare che acquistare scarpe crei dipendenza.
    YAUB, MicroBlogGiallo

    29/11/2005

    Di grazia

    Filed under: — JE6 @ 21:30

    Torniamo sulla questione, giusto per chiarire un post forse troppo sibillino.
    Io mi auguro che Adriano Sofri venga graziato. Me lo auguro per lui, e per la sua famiglia. Aggiungo: a caval donato non si guarda in bocca; quindi, non mi sogno minimamente di fare il Vattimo de noantri, suggerendo a Sofri-il-vecchio di rifiutare sdegnosamente la grazia (qualora questa gli venisse concessa) per non compromettere la dignitosa purezza della sua condotta pre- e post-processuale. Prendi e porta a casa, piuttosto.
    Insomma, spero che chi diceva “no, no, no” adesso dica “sì, sì, sì“, e che questo abbia un effetto concreto e positivo.
    Ma mi chiedo cosa è cambiato, nel corso degli ultimi sei o dodici mesi: che cosa ha portato i “no” a trasformarsi in ““.
    Risposta: nulla, se non la malattia che ha colpito Sofri sr. La quale, diciamolo, sarebbe pure una motivazione sufficiente, se venisse onestamente ammessa. Invece, è tutto un fiorire di “è ora di voltare pagina“, “la guerra è finita“, e così via. L’unico che mostra un po’ di coerenza è l’onorevole Ministro della Giustizia, che afferma “Non sono cambiate le mie opinioni, ma i fatti“; usando un po’ di italico cinismo, la frase si può tradurre così: fosse per me, Sofri dovrebbe vedere il sole a strisce per il resto della sua vita – altro che dalle 9 alle 19 a lavorare in biblioteca! – ma non voglio rischiare di passare per quello che “ha fatto morire Sofri in galera”.
    Con tutto questo, io penso che, alla fine, non succederà nulla. Perchè, per fortuna, sembra che Sofri-il-vecchio si possa ristabilire, grazie a Dio; ci vorrà qualche tempo, ma stando al Direttore Generale dell’Asl di Pisa ci sono buone probabilità di ripresa. E siccome i tempi della politica e della giustizia di questo paese sono sciaguratamente più lunghi di quelli impiegati da un ultrasessantenne a recuperare la salute dopo essere stato in punto di morte, tra qualche mese Adriano Sofri si ritroverà nelle medesime condizioni di una o due settimane fa; e allora, si rivolterà pagina, i fatti saranno nuovamente cambiati, e lui tornerà a vedere – se non il sole – almeno la luna da dietro le sbarre.

    Don’t embarrass your fans

    Filed under: — JE6 @ 10:37

    Il NYT pubblica un articolo di Business Tips; niente di strano, se non la fonte: gli U2.
    [Fra tutti i consigli, il più sensato mi sembra essere “Don’t embarrass your fans. They’ve given you a good life”. Poi, si può discutere su come razzola il predicatore]
    NYT (registratevi, una buona volta – oppure usate bugmenot.com)

    28/11/2005

    Tra le braccia di Morfeo

    Filed under: — JE6 @ 16:23

    Come confessato più volte da queste parti, soffro di risveglio anticipato, e in generale dormo poco. Questo post di Zu mi ha fatto tornare in mente i bei tempi che furono, quando riuscii ad addormentarmi facendo un elettroencefalogramma (e quindi, mandandone a monte i risultati – almeno credo).
    Verba Manent

    Nel nome della lobby

    Filed under: — JE6 @ 11:12

    Leggo, chez Giuseppe Granieri, un post colmo di auspici sullo sviluppo “culturale” della classe dirigente italiana.
    Scrive Giuseppe: “Nei Paesi in cui esiste una comprensione del mondo a livello politico…“, e, più in là: “Abbiamo bisogno di una classe dirigente più giovane, più colta (…) e più collegata con la realtà“.
    Non dubito che Giuseppe abbia ragione. E’ di questo (non solo, ma anche) che abbiamo bisogno. Ma non posso fare a meno di notare che il sottinteso del suo ragionamento è “in molti altri paesi, invece“. Sarà.
    Però: non più tardi di venerdì scorso mi è capitato di partecipare ad una riunione di lobbysti, in presenza di un pezzo grosso della Commissione Europea. Ho ascoltato una quantità di aneddoti e retroscena molto illuminanti sui metodi di determinazione di un buon numero di scelte politiche dei singoli stati e della cosiddetta Europa, tutti riassumibili in un vecchio proverbio lombardo, che, tradotto, suona più o meno così: chi grida più forte, si prende la vacca.
    Dietro progetti apparentemente illuminati molto spesso stanno, semplicemente, lobby più forti di altre; il primo ministro “giovane e collegato con la realtà” è spesso eterodiretto, e rimane la sensazione che al singolo cittadino (il Giuseppe della situazione) non rimanga che augurarsi che i migliori urlatori siano anche coloro che – nel nome del loro specifico interesse – riusciranno a fare (un po’) l’interesse di molti loro concittadini.
    Blog Notes

    E allora, chi?

    Filed under: — JE6 @ 09:29

    Immagino che a breve il presidente della Camera darà alle stampe la tradizionale rettifica, chiarendo che l’illusionista non è certo Silvio Berlusconi, ci mancherebbe altro.
    Repubblica.it

    27/11/2005

    Piccoli personali auspici (reprise)

    Filed under: — JE6 @ 12:31

    Non sarebbe bello se quelli che per anni “no, no, no”, e invece adesso “sì, sì, sì” solo perchè c’è un signore in rianimazione, ecco, non sarebbe bello se si vergognassero, almeno un po’?

    26/11/2005

    Piccoli personali auspici

    Filed under: — JE6 @ 18:48

    Forza Adriano.

    24/11/2005

    Greetings from Brussels ‘05 (4) – 4. The world is my oyster

    Filed under: — JE6 @ 21:53

    Ecco cos’è la modernità: prendere un aereo a Milano, venire a Bruxelles e fare una conference call con Milano.

    Greetings from Brussels ‘05 (4) – 3. This is a Grand Place to be (reprise)

    Filed under: — JE6 @ 21:51

    Credo di averlo già scritto qualche mese fa, ma vale la pena ripeterlo: la Grand Place (che poi, così grande non è), è una delle più belle piazze d’Europa. Se si considera la birra che vi si puo’ consumare, la migliore in assoluto.