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30/07/2005
Ci sono alcuni segni inconfutabili dell’inarrestabile declino della nostra compagnia di bandiera. Il panino che viene spacciato per snack al pomeriggio e per cena alla sera, composto dalla stessa sostanza usata dai dentisti per prendere l’impronta del palato (e che, infatti, ottiene lo stesso risultato finale, una volta inserito in bocca). E il fatto che, sul volo di ritorno, alla richiesta di un quotidiano si viene posti di fronte ad una scelta che fa tremare le vene e i polsi anche dei più temerari: signore, gradisce “La Padania” o “L’Avanti“?
Giuro, io credevo che L’Avanti avesse chiuso le pubblicazioni ai tempi di Craxi e Intini. Esiste ancora, invece. Cosa diceva Vico? Corsi e ricorsi? Ecco, appunto.
Update: nei commenti, Diderot ha tentato di gettare i lettori nel panico, avanzando l’ipotesi dell’esistenza – addirittura – di due “Avanti”, uno per ciascun partito socialista attualmente in attività. Mi duole constatare che la cosa è vera: i socialisti di destra hanno un quotidiano, quelli di sinistra (vabbeh) un settimanale. Ah, quanto mi manca “Cuore”.
Una visita – veloce, troppo veloce, ma si fa quel che si può – al Prado è una specie di obbligo morale, se ci si trova da queste parti. Se non altro per farsi prendere da una neanche troppo sottile angoscia, fermi in mezzo ad una delle quattro o cinque sale che raccolgono le Pituras Negras di Goya. Ci vogliono giusto cinque minuti per capire che gran parte dell’arte del Novecento – Picasso, Munch e i Nirvana, per dire – non è altro che una ripetizione spacciata per straordinaria novità. Kurt Cobain (no, non mi stava tanto simpatico) e il suo male di vivere, come quello, chessò, di Celine: niente da dire, ragazzi, ma siete fuori tempo massimo. Francisco ha spiegato tutto centocinquantanni prima di voi.
Anni fa, ricordo un fiorire di articoli, servizi tv, dotte analisi sociologiche che prendevano in esame la cosiddetta Movida madrilena. La moda è passata, ma le strade di questa città stupenda, nobile, pulita, ricca e allegra sono sempre piene di gente che sembra sapere come godersi la vita. Di giorno, si trovano quasi solo turisti – cartina e bottiglia d’acqua in mano, ci vuole poco a riconoscerli. Ma dalle otto di sera in poi, arrivano i padroni di casa. Quelli che qui ci vivono, e sembra che ci vivano sul serio: insomma, non danno l’idea di limitarsi ad abitare a Madrid: piuttosto, la riempiono, la rendono ciò che è, portano in giro i bambini e ci vanno al ristorante e nessuno si lamenta. Madrid non mi sembra sconosciuta ed estranea ai madrileni come troppe volte mi sembra essere Milano e, ultimamente, anche Roma. Ma certo, sono qui a passare tre ore libere, sono un turista per caso: alla fine, che ne so io di come si vive qui?
Che non lo faccia di mestiere, si capisce da certi dettagli: un professionista i nomi dei locali che consiglia se li ricorda, e non usa artifici come “Casa nome proprio maschile” per dissimulare la dimenticanza di Casa Alberto. Ma, per quanto mi riguarda, il signor Sofri junior entra nella lista di coloro dei quali ci si può fidare di un consiglio culinario. L’ho detto.
Uno arriva al Palacio Real, che al suo fianco ha la cattedrale di Santa Almudena, e si aspetta di trovare poliziotti e militari assortiti, a difesa di quelli che vengono chiamati “obiettivi sensibili”. Ci saranno di sicuro, ma altrettanto sicuramente sono ben nascosti; perchè vedo solo giardini verdi e ben curati dove la gente si sdraia, parla, si fa due risate, e un parco giochi – a cinquanta metri dalla casetta del re – dove i bambini vanno sull’altalena, si buttano giù dagli scivoli, si spruzzano l’acqua e, insomma, fanno i bambini. Mi piace l’idea che Juan Carlos, ogni tanto, faccia due passi fuori casa e si diverta con i suoi piccoli sudditi.
28/07/2005
Ci sarà bene qualcuno tra voi, amati lettori, che tra domani e domenica si metterà in viaggio per le meritate ferie estive. Vi giunga allora il mio beneaugurante saluto: portate la mia carezza ai vostri bimbi (se volete estenderla a mogli o fidanzate, fate pure, magari gradiscono) e andate in pace e letizia. Per tutti gli altri (quelli che rimangono davanti a un PC, voglio dire), c’è un’altra ricca settimana di post. Greetings from Plaza Mayor, se mi riesce.
D’accordo, io non faccio testo. Soffro di una forma di pigrizia che mi rende pesante anche il semplice cambio delle pile di una sveglia. Ecco, l’ho detto.
Però, mi piacerebbe sapere quanti sono quelli che vorrebbero spendere duecentoventinove dollari per comprarsi uno zaino a pannelli solari del peso di 1590 grammi, al fine di ricaricarsi il proprio lettore mp3 in qualunque luogo e situazione. Così, giusto per poterli accompagnare da un bravo strizzacervelli e tornare a casa dicendo ecco, anche oggi ho fatto la mia buona azione.
Voltaic Systems, via Italia Oggi
27/07/2005
Ilaria D’Amico, a mezzo metro di distanza, sembra proprio una gran bella donna.
Grandi domande della vita: perchè le belle donne non sudano? Sono finte, forse?
Ho preso nota di alcuni suggerimenti di Luca. Che però non coprono l’argomento cena, piuttosto importante se il tuo tempo libero a Madrid va dalle otto di sera a mezzanotte. Avete qualche indirizzo buono, per uno che non mangia pesce?
Dimenticavo: i consigli sono accettabili fino alle ore 13 di giovedì 28, cioè domani. Non per mettervi fretta, ma così vanno le cose. Altrimenti, si accettano sms solo se arrivano entro le ore 19.
26/07/2005
Dico, ma cosa passa nella mente di uno che gira le strade di una nostra metropoli e verga sul muro di un distributore Agip le alate parole “No al calcio moderno“?
In realtà, lo so cosa gli frulla per il cervello. Me l’ha detto uno che la sa lunga, anche se mi sa che ci ha messo del suo.
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