< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • In and out
  • Per poter riderci sopra, per continuare a sperare
  • Sfumando
  • Srebrenica, 11 luglio
  • Gabo, e mio papà
  • “Vero?”
  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • May 2003
    M T W T F S S
     1234
    567891011
    12131415161718
    19202122232425
    262728293031  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    30/05/2003

    Filed under: — JE6 @ 17:44

    E comunque
    Sto bene, non vi preoccupate…

    Filed under: — JE6 @ 17:42

    Per Massimo
    Non credo che andro’ al ballpark, ho troppe altre cose da fare. Ma ieri pomeriggio, mi sono fermato a vedere uno spettacolo che ti fara’ invida: partita di softball giocata in un ballpark sotto il Queensboro Bridge, al tramonto, con vista sull’East River. La quintessenza dello sport americano.
    PS: ieri sera, Mets-Phillies 5-0

    Filed under: — JE6 @ 17:34

    Musica, maestro!
    Breve ed incompleto elenco degli oggetti che suonano, al passaggio sotto il metal detector di un aeroporto:
    Bracciale
    Orologio
    Fibbia della cintura
    Moneta
    Gettone delle giostre
    Chiavi di casa
    Chiavi della macchina
    Chiavi dell’ufficio
    Chiavi del lucchetto della valigia
    Collana
    Anello
    Punta della scarpa Dr. Marten’s
    Amuleto
    Graffetta
    Zip del marsupio
    (Segue…)

    28/05/2003

    Filed under: — JE6 @ 11:10

    Giornate sospese
    Domani mattina, a quest’ora, dovrei essere non lontano da Parigi, e non ho ancora preparato i bagagli.
    Questa sera c’è la partita, e non ho ancora deciso se guardarla o no, perchè non ho più voglia (e mi vergogno anche un po’) di angosciarmi per una squadra di calcio.
    De Bortoli ha dato le dimissioni, e non si sa ancora chi lo sostituirà.
    Vorrei scrivere qualcosa insieme a BG, Spiritum e quel falso cinico di Herr Effe, e non ho ancora avuto il coraggio di chiederglielo.
    Dovrei stendere un piano strategico (gesù…) perchè mi pagano anche per quello, e non mi sono ancora chiarito le idee.
    Speriamo che la giornata passi in fretta.

    27/05/2003

    Filed under: — JE6 @ 10:25

    Il vecchio e il bambino
    Da qualche tempo, avverto nell’aria della blogosfera due correnti che tendono sempre più spesso a scontrarsi: ed il risultato di questi scontri, come ognun sa, si chiama temporale, con tuoni e fulmini.
    Da un lato, c’è gran voglia di comunicazione: è evidente, e la crescita esponenziale del numero di blog e blogger ne è una testimonianza.
    Spesso è una voglia “monodirezionale”: non mi interessano gli altri, voglio parlare, scrivere, buttare fuori, farmi ascoltare, ciò che conta è la prima persona singolare, nient’altro. E’ però questo, secondo me, solo il primo stadio: perchè chi ha la perseveranza, chi ragiona su ciò che fa, e sullo strumento che usa, tende – prima o poi – a rendersi conto che si gode tanto nell’ascoltare quanto nel parlare, e modifica i suoi comportamenti di conseguenza.
    D’altra parte, è sempre più evidente il fastidio che il blogger “experienced” (ergo, qualcuno che ha creato un blog sei mesi, od un anno prima di qualcun altro) prova nel guardare il suo piccolo mondo antico diventare un’affollata, caotica, rumorosa metropoli, nelle cui strade camminano distinte signore che fanno della sobrietà uno stile di vita, rampanti epigoni degli yuppies che mirano al successo e lo perseguono usando tutte le tecniche di marketing imparate alla SDA Bocconi, casalinghe indaffarate e fannulloni perditempo.
    Ora, mi si perdoni il gioco di parole, questo fastidio mi dà fastidio.
    Cito da un mio commento ad un post di Aglaja: “si dovrebbe dedurre che i blogger “d’antan” erano buoni e puri, gli abitanti di un’Arcadia felice, quelli che avevano la casetta di due stanze affacciata sul porticciolo di Portofino quando questo era solo un paesino come mille altri. Adesso sono arrivati i barbari, ed a Portofino non ci si può più mettere piede (…) ci sono “buoni” e “cattivi” anche tra i neofiti, c’è gente sensibile, intelligente e che sa scrivere in modo straordinario anche tra coloro che hanno la tessera con un numero dal 5000 in su. E poi, la gente si aggrega come meglio crede: nessuno di noi ha l’obbligo di leggere qualunque blog, le liste dei nostri “preferiti” possono essere tranquillamente composte da cinque nomi, se con quei cinque nomi siamo soddisfatti. Io, cittadino che non andrebbe mai a vivere in campagna, preferisco avere 15000 blog tra i quali scegliere quelli buoni, piuttosto che dovermi accontentare di 15. E non è questione di quantità: le pepite d’oro bisogna andare a cercarle, e si scava, e si setaccia, e si passano giorni senza trovare nulla. Ma quando si trova, beh, allora gli sforzi sono ripagati: no?”

    26/05/2003

    Filed under: — JE6 @ 12:53

    Comunicazione di servizio
    A partire da giovedì prossimo, e fino al giovedì successivo, Squonk si trasferisce a New York. Motivi di business, questa è la giustificazione ufficiale.
    Se qualcuno ha buoni suggerimenti su cosa fare la sera, e cosa andare a vedere durante il week-end, i comments sono a disposizione. Si tenga conto che non metto piede in discoteca da quando avevo diciassette anni (e non ne ho diciotto, come testimonia il bottone gentilmente omaggiato da OninO) e che vorrei vedere questa città da “turista illuminato”, qualunque significato si voglia dare alla definizione. Thanks in advance.

    25/05/2003

    Filed under: — JE6 @ 15:27

    Davanti al trenino dei giardini
    Uscendo dalla fermata di metropolitana, si vede il sole. E si vedono bambini in maglie variopinte, cani svagati, e signori che leggono libri di filosofia, seduti in abiti più antichi di loro. I bimbi si arrampicano sulle spalle dei padri, e guardano con stupore il pagliaccio che parla con un accento lontano, e gli occhi delle mamme si illuminano contemplando di nascosto la gioia primordiale dei figli.
    La giostra gira, i padri fanno conti e scuotono la testa, i bimbi vogliono salire sull’aereo e poi sul cavallo, e poi tutti riescono a spostarsi, tenendosi per mano, verso il piccolo ponte sul laghetto. I bimbi vedono solo i pesci che si accalcano su pezzi di pane ormai sciolti, le mamme li tengono stretti perchè non si gettino, ed i padri vedono i piatti di plastica dispersi sul fondo.
    Le mani dei bimbi sprofondano nuovamente in quelle dei genitori, ed i loro piccoli piedi si muovono decisi verso il trenino. Quello dove salgono insieme alla mamma, gridando di gioia ad ogni passaggio, salutando il papà con la mano, facendo ciao ai Puffi, ed a Bambi, ed ai sette nani. Il padre osserva due nonni, appoggia le spalle ad una parete di legno stinto e tarlato, e organizza pensieri da battere su una tastiera.
    Cinque giri! Ancora! Ma passano due pony, e bimbi e mamme e padri corrono per guardarli e salutarli; i bimbi dicono “è stato bello”, le mamme ed i padri si stringono di nascosto la mano, ed il buio della metropolitana che si avvicina non fa paura, ma è solo un’altra avventura di mezz’ora, che li aspetta in questa domenica di vita comune a Milano.

    23/05/2003

    Filed under: — JE6 @ 13:44

    Così fan tutti
    Cesare e Mim* postano oggi sulla presunta resurrezione del signor Pantani Marco da Cesenatico. E sia, mi auguro anch’io che il Pantadattilo (la definizione è di Gianni Mura) sia tornato a miracol mostrare, benchè non lo abbia mai particolarmente amato.
    Ma non voglio parlare di questo.
    Tanto Cesare quanto Mim* mettono l’accento sulla persecuzione di cui il Pantadattilo sarebbe stato oggetto: doping, per chi non ricorda l’argomento. Entrambi, con mio sommo stupore, sostengono la tesi che l’omino calvo della Romagna balneare sarebbe stato perseguitato perchè il doping lo prendevano (prendono) tutti.
    Nessun’altra argomentazione. Nè Cesare, nè Mim* sostengono che il Pantadattilo va considerato come un perseguitato perchè era innocente. Forse perchè non lo era, e lui, in tre anni, ha detto di tutto ma non è mai riuscito a dimostrare di non essere dopato.
    E’ una discettazione che può sembrare oziosa – e forse lo è. Ma, a me, sembra un classico esempio di italianità. Do you remember Bettino Craxi? Tutti colpevoli, nessun colpevole. E no, cazzo, tutti colpevoli, tutti colpevoli: almeno coloro per i quali son state trovate delle prove.
    Nel caso del Pantadattilo, le hanno trovate (e le hanno trovate anche per molti altri: vogliamo fare l’elenco dei ciclisti professionisti squalificati nel corso degli ultimi tre anni?).
    Per me, anche se fa molto Marco Travaglio, tanto basta.

    22/05/2003

    Filed under: — JE6 @ 17:33

    Diffidare dalle imitazioni
    Appunto, non provate ad imitare quest’uomo (tale io penso che sia). Uno che scrive questo e questo, va solamente letto. Poi, se volete anche voi denunciarlo al Commissario Basettoni, fate pure.

    Filed under: — JE6 @ 10:56

    Go, Annika!
    Sarà per una forma di snobismo al contrario, ma non sono mai riuscito ad appassionarmi al golf. Vabbeh, ci son cose peggiori. Infatti, ci si può appassionare al curling.
    Ciò nonostante, ho deciso di fare il tifo a distanza per Annika Sorenstam, che oggi – prima donna in 58 anni di storia – metterà i piedi su un green del circuito professionistico. Leggo che è brava, e lo ha già dimostrato ampiamente nel circuito femminile. Spero che lo dimostri: le donne sono spesso tragicamente migliori di noi ometti. Forza Annika!