Greetings from Treviso – O soltanto sarà una parentesi di una mezz’ora
Si muovono come se al mondo ci fossero solo loro, le mani che si tengono salde, strette ma non troppo, le gambe che si incrociano, i fianchi che cambiano direzione con uno scatto improvviso. Girano, seguendo il perimetro della loggia, si portano verso il centro e poi tornano a sfiorare il muro portante e i tre lati aperti, quelli dove la gente come me si ferma a guardarli. Fisso ipnotizzato i piedi, le donne – tutte, senza eccezioni – portano i tacchi alti, anche non altissimi, gli uomini sneakers colorate, o mocassini. Le une eleganti anche negli abiti, gli altri come presi di sorpresa nelle polo con le scritte e i jeans sdruciti. Sono tredici coppie e ballano il tango nella loggetta romanica di Treviso, come una scena di Fellini, come una parentesi di una mezz’ora in una giornata di telefonate e persone da incontare e telefonate aspetta che metto i colleghi in viva voce e dialoghi troncati come sassi caduti in uno stagno. Da un ristorante esce Buffalo Soldier di Bob Marley, poco più avanti il rumore tranquillo del Sile che scorre in Riviera Garibaldi, in mezzo il tango.