Vous etes ici
Dice che basta rispondere a una ventina di domande per capire qual è il tuo posto nel planetario delle elezioni – che poi a me verrebbe da chiederglielo, ma chi è che sta fermo e chi è che si muove, sono io l’elettore che mi avvicino ai partiti saltando come nel gioco dei quattro cantoni o è il partito che si sposta venendo a cercarmi, non è che poi ci muoviamo tutti e nella terrificante entropia che andiamo a creare non riusciamo a incontrarci oppure ci accoppiamo con quelli sbagliati come un blind date andato male.
Comunque.
Dice che basta rispondere, e allora dai. Tu fai la domanda, io rispondo. Ma è come tutte le volte, tutte le altre volte, il problema non sono io che posso scegliere le cento gradazioni della mia vicinanza da estremamente contrario a estremamente favorevole, il problema sei tu con le tue domande insensate, vuoi diminuire le tasse alle famiglie numerose – ti pare che dico di no, ma numerose quanto, sei favorevole al salario minimo per i giovani – eh beh, tu dimmi quant’è ‘sto salario e poi ci ragioniamo sopra, sei favorevole alla privatizzazione delle aziende di stato – senti, ma vendere il quaranta per cento significa privatizzare o no secondo te.
Dice che basta rispondere. Ho risposto, guardo la mia posizione: vous etes ici. Poi chissà dove sei tu, e chissà dove sarei stato io se solo mi avessi chiesto per davvero.