La tempesta prima della quiete
Ultimo giorno di lavoro, prima delle ferie. Bisogna stendere l’agenda.
Allora.
Restare in attesa della conferma di un ordine a sei cifre.
Sentire nelle orecchie il ronzio delle imprecazioni dei due colleghi che, a causa di quell’ordine, salteranno le ferie (ho un udito fine, i due sventurati stanno a Torino).
Preparare due ordini a cinque cifre.
Cercare di capire come si importano i tuoi mp3 sull’iPod che ti hanno regalato ieri sera.
Far capire a una tedesca e un’olandese che tu, tra poco, stacchi e no, non lavori per le prossime tre settimane (immaginandosi la loro schifata espressione).
Indossare giacca e cravatta per un appuntamento tanto formale quanto inutile.
Salutare blog e blogger.
Staccare la spina, fino a martedì prossimo, quando sai già che inizieranno ad arrivarti telefonate ogni venti minuti.
Sperare che gli ingorghi autostradali non si protraggano fino a domenica.
Prepararsi alle contumelie della moglie (non vuoi mai andare al mare, e quando ti decidi, dobbiamo fare mille chilometri di strada).
Staccare la spina.
Staccare la spina.
Staccare la spina.
L’ordine a sei cifre è appena arrivato.
Staccare la spina.
[Pausa]
Mandare affanculo Apple, che per l’iPod mini non prevede cavi di alimentazione per ricaricare le batterie, a meno che non si compri un simpatico kit da usare con l’accendisigari della macchina.
Staccare la spina.
Pausa
Rendersi conto che il cavo di alimentazione esiste (fantastico, costa solo il 15% dell’oggetto-madre, vabbeh), ma che non sarà disponibile prima della partenza per le vacanze.
Staccare la spina.