Padania rossa
Qualche anno fa, Massimo D’Alema parlò della Lega come di una forza popolare, e in quanto tale certamente vicina alla sinistra.
Ora, cosa diavolo dovevano fare Bossi e i suoi per convincere i DS della totale infondatezza di quel giudizio, più di quello che hanno davvero fatto? La situazione è davvero così disperata?
Corriere.it
November 16th, 2006 at 14:47
e giovanni lindo ferretti alle ultime elezioni ha votato centrodestra, per tornare a casa,reduce.
il mondo non è più quello di una volta!
November 16th, 2006 at 15:05
i radicali (che secondo me ci han fatto quasi perdere le elezioni, ‘sti stronzetti di città) e mastella sono davvero più di sinistra di maroni?
come on.*
* paese che vai usanza che trovi.
November 16th, 2006 at 15:42
Cap., la risposta è “No, certo”. Il che non significa che oltre agli uni bisogna per forza includere gli altri (non aggiungiamo la beffa al danno, ecco).
November 16th, 2006 at 20:39
Se si vuole intendere la dicotomia sinistra-destra come progressisti-conservatori, i primi difensori della modernità e i secondi della tradizione, allora i radicali sono estrema sinistra. Se la si vede sul piano economico come socialisti-liberisti, allora i radicali stanno all’estrema destra. Se si usa la macchina del tempo e la si vede come comunisti-fascisti (ma per alcuni la Delorian non serve) allora non stanno da nessuna parte. Questo è sufficiente per finirla una buona volta di parlare di destra e sinistra come se le posizioni politiche possano essere bellamente allineate in uno spazio monodimensionale. Facendo il giochetto con la Lega non viene bene lo stesso: nel primo caso si potrebbe metterli tra i conservatori (anche se inizialmente si proposero come forza riformatrice e la svolta tradizionalista è relativamente recente); nel secondo caso si potrebbe metterli, ebbene sì, tra i socialisti (la politica economica della Lega è modellata sugli interessi di piccoli imprenditori che vogliono essere protetti dalle importazioni, di liberismo non se parla proprio); nel terzo caso li metterei vicini ai fascisti. Il leghismo è una sorta di piccolo fascismo in cui il nazionalismo è stato sostituito dal localismo, per il resto c’è molta affinità. In quanto a Maroni, anche a me sta simpatico e pure Bossi per la verità (simpatia precedente ai problemi vascolari, il capitolo che gli dedica Montanelli nella sua storia d’Italia è quasi commovente). Sì è vero, ci sarebbe il problemuccio della xenofobia, del razzisimo, del populismo e dello scarso spessore di tutti i loro amichetti, ma si tratta di una compagnia di giro, che pretendete? Probabilmente cambierei idea se avessi a che fare quotidianamente con elettori leghisti e avessi modo di tastarne le notevoli capacità cognitive; ma fin tanto che non ci ho a che fare posso pure ridacchiarne. In quanto all’esito delle elezioni, dissento dall’opinione di caporale. Il CS ha quasi perso, tralasciando gli ipotetici brogli, in minima parte per le faccende di gennaio di Unipol ma soprattutto per l’eterogeneità della coalizione, che già lasciava intendere un governo tanto traballante da rischiare l’inconcludenza. Questo l’hanno potuto vedere chiaramente anche i più distratti a poche settimane dal voto, quando sono state rilasciate dichiarazioni contrastanti e inquietanti sulle tasse. Anche la presenza dei radicali ha certo contribuito alla scarsa compattezza, ma il problema era ed è più ampio e riguarda la convivenza tra forze politiche vicine alla CGIL e riformisti che vorrebbero attrarre il consenso di professionisti e imprese. Ah e poi c’è la legge elettorale, in molti hanno sostenuto che con il mattarellum Berlusconi avrebbe vinto, deduzione fatta in base alla distribuzione dei voti dell’11-12 aprile. Io invece dico che la legge elettorale-porcata ha danneggiato enormemente Prodi e il centrosinistra. Ha annullato l’effetto delle primarie e indotto i numerosi partiti della coalizione a fare corsa a sé. Con effetto dirompente nel CS e salutare nel CD. La campagna elettorale sarebbe stata diversa e nel maggioritario ci sarebbe stata una vittoria schiacciante. Poi avremmo pure potuto sperare in un governo decente. Ma per come sono andate le cose c’è stato poco da illudersi. Anche se ora tutto rema contro non è detto che nella prossima partita le cose possano andare meglio, a patto che in questa legislatura accadano due cose: 1. modifica radicale della legge elettorale, maggioritario all’inglese o meglio ancora doppio turno (eventualità estremamente improbabile; la legge potrebbe venir modificata ma non in maniera sostanziale) 2. morte politica di Berlusconi, che scompiglierebbe le carte e renderebbe imprevedibile l’esito delle prossime elezioni.
November 17th, 2006 at 12:49
Jekyll, non sono un politologo, ma secondo me i radicali hanno fatto scappare più voti di quelli che hanno portato (a un certo punto non avevano firmato il programma dell’unione e tieni conto che in passato si erano fatti le pippe dalla gioia per la guerra preventiva. alla fine della fiera hanno fatto campagna quasi esclusivamente sui pacs e, con tutto il rispetto, gente che si definisce politicamente in base ai pacs peronalmente in giro ne ho trovata pochina. l’agenda Giavazzi se la sono ricordata dopo, quando era il momento di criticare Bersani, troppo timido, bisognava lasciar fare a Capezzone)