Le fatiche del sincero democratico
Non so se capita anche a voi di esser lì al semaforo di via Colleoni mentre ascoltate la rassegna stampa ed è il turno di Libero e Giornale, di essere sciolti sul divano mentre sullo schermo passa la faccia di Borghezio, di aspettare un caffè al bar dell’Esselunga mentre altri due clienti parlando di quel pensionato che ha inseguito e ammazzato lo scooterista e dicono che per esser sicuro gli è pure passato sopra una seconda volta come se fosse un cartone animato, non so se capita anche a voi che va tutto insieme e vi sentite salire dallo stomaco la voglia di prendere la scorciatoia e dire sì cazzo, al rogo, al muro, bianco o nero altro che le mille tonalità del grigio, sputare il veleno ma non per liberarvene, giusto per tirarlo in faccia a qualcun altro, non so se capita anche a voi di sentire la fatica – persino fisica – di pensare e dire e provare a fare la cosa giusta e il bisogno di un’ubriacatura di tutto il peggio che sapete di avere dentro, quel peggio che ogni giorno cercate di tenere a bada. Non so se capita anche a voi, spero di sì.