Compagni di classe
Raccontami qualcosa, dice lei. Non saprei cosa, risponde lui guardando fuori dalle vetrate, è passato così tanto tempo, ci sono state così tante cose che è come se non fosse successo nulla. Lei porta gli occhi sulle altre persone, quelle sedute sul divano, quelle dei baci, degli abbracci, dei come stai, ti trovo in forma stupenda, dove abiti, cosa fai, ti ricordi quella volta che. Sì, è vero, dice. E’ passato proprio un sacco di tempo. Non ero sicuro di venire. Nemmeno io, però sono contenta. Sul palco passa la musica di un altro secolo. Guarda che fisico la R., dice lei, è proprio rimasta uguale. Nel rumore le persone sul divano e quelle sulle poltrone alzano la voce per parlarsi, si fanno segni, è più facile raccontare di trent’anni prima che dell’altroieri, è più facile riderne perché quelli non eravamo noi, erano altre persone. Qualcuno guarda l’ora sul display del telefono, è sabato da un pezzo ormai, dove hai la macchina, in quella via, e voi, noi da questa parte, verso la rotonda, mi ha fatto piacere vederti, anche a me, qualcuno mi accompagna alla macchina, ciao ragazzi buonanotte. Ragazzi.
November 23rd, 2013 at 16:19
In una panchina di fronte, una piccola figura dai lunghi capelli chiari. Scrive qualcosa ed accompagna un sorriso alla successione senza sosta di parole per ciò che sta per comporre. Sorride! Io saluto i ragazzi e Lei attira la mia attenzione tanto da far divenire sfocati gli addii e i saluti. Cosa fa? Cosa ha da sorridere così di cuore?…ma uno dei presenti mi prende per il braccio mi strattona nel salutarmi e mi batte la spalla..sentiamoci eh?…risfocando l’immagine rivedo gli occhi di chi mi sorride commosso e ricambio il calore!
Stella