Il giorno dopo Ferragosto
Il giorno dopo Ferragosto il parco ha la stessa aria sonnolenta della città, sfiancata da settimane infinite di caldo umido. Ma qualcuno arriva, chi a piedi e chi in bicicletta, qualcuno si stende sotto un albero e qualcun altro apre una piccola sdraio. Due ragazzi si passano il pallone senza nemmeno guardare i pali della porta. Di quei pochi che sono usciti di casa e ora stanno qui tra la pista di galoppo e il cimitero di guerra la gran parte hanno gli occhi socchiusi e l’espressione di chi si sta godendo il momento senza pensare a chi sta in spiaggia, senza invidia per chi cammina verso un rifugio di montagna, senza tristezza per non essere a New York o in un’altra metropoli di cui poter parlare in ufficio, e forse, chissà, è vero che basta poco per stare bene, forse, chissà, aveva ragione il vecchio Kurt che diceva “quando siete felici, fateci caso”.