Un pomeriggio al cinema
Un giorno il buon Nando Dalla Chiesa, all’epoca nostro professore di sociologia, decise di farci vedere “L’albero degli zoccoli” nella versione originale, quella non doppiata, e di farci scrivere una specie di tesina al riguardo. Io ero tra quelli meno smarriti, perché quel dialetto – per quanto diverso dal milanese con il quale mi era toccato crescere – lo capivo: se non tutto, in buona parte, vuoi per vocabolario vuoi per contesto. Ma tutti coloro che venivano da sud del Po, ecco, le bestemmie di quel giorno sono indimenticabili. E’ che poi, alla fine, la gran parte di noi non sapeva bene cosa dire di quel film: figurati, l’aveva girato che c’era in giro Johnny Rotten e noi lo guardavamo mentre sparavano a Tarantelli, altro che civiltà contadina. E niente, finì che per non lasciare in bianco mi risolsi a scrivere non del film ma degli spettatori, di quel centinaio di non ancora ventenni messi di fronte a cascine e polenta e, appunto, zoccoli. “Bella idea” disse NDC. Forse dovrei riguardarlo, non so.