Aiuto…
Si moltiplicano le richieste di poter scaricare il .txt di “On The Blog“.
Oh, io vorrei aiutarvi. Ma qualcuno mi deve mettere a disposizione una manciata di byte nel suo spazio web.
Evitate di darmi istruzioni su come farlo di persona. Fatelo voi, su.
Scrivete e rendetevi disponibili, numerosi ma non troppo.
PS – Il blog manager di Squonk vi mette a disposizione la prima metà della prossima settimana, dato che lunedì parte e se ne va in Germania.
26/09/2003
Punti di domanda
Non fatevi ingannare. On The Blog è finito. Il qui presente blog annuncia il termine del suo mese sabbatico.
Tutto come prima
Niente cronaca, signori. Non è il mio mestiere, tutto lì.
Ma qualcosa, del Milano Blogging, dovrò pur scriverla.
E va bene, proviamoci.
Niente di nuovo sotto il sole, ti leggi ogni santo giorno, se non altro da lunedì a venerdì, scambi e-mail, sms, qualche telefonata, e insomma, sei lì al tavolo con la birra in mano e tutto ti sembra molto normale – mentre non lo è, quantomeno agli occhi di molti.
Sembra normale perchè quella è gente che tu conosci, e la conosci anche abbastanza bene, almeno quanto, per dire, i colleghi con i quali passi insieme dieci ore ogni giorno. Ne conosci i gusti, sai dove vivono, che musica ascoltano, che libri leggono, chi votano, che squadra tengono.
Ma non solo. Li conosci (beh, mettiamo le mani avanti: hai la sensazione di conoscerli) “dentro”. Non sai bene come esprimere questo concetto, è qualcosa che ha a che fare più con lo stomaco che con il cervello, ed infatti non ha bisogno di parole.
E comunque. A quel punto, inizi a riflettere sulla potenza “umana” dello strumento che usi. E’ come se, ogni santo giorno (inclusa Ogni Maledetta Domenica), di fronte ai tuoi occhi ci fosse, non so, una fotografia, o persino una webcam puntata su un amico che lavora a Torino, od un’amica che viaggia da Abbiategrasso a Milano.
Lo so, come immagine non è granchè, ma è il meglio che mi viene. E se questo è vero, allora forse il blog non è solo il viso pallido di chi lo scrive. Certo, nulla può sostituire la visione diretta degli occhi di certe persone (ed in generale, di qualunque umano). Ma come surrogato, è straordinario. Il blog è la persona. Pensateci, prendete anche i blog più dedicati allo scherzo, al divertimento, all’ironia, quelli dove c’è più finzione, quelli dove c’è solo cronaca. Leggete bene, leggete anche tra le righe.
Quelli sono i blogger. Io non mi stupisco, quando li incontro. Ho la presunzione di conoscerli già .
Mi fa un grandissimo piacere conoscerli meglio. Cerco di incontrarli ogni volta che posso. Ma non torno a casa pensando che “niente sarà più come prima”. No. Sarà proprio tutto come prima, e – per me – questo è il bello.
On The Blog – Diciassette: The (Happy) End?
Siamo alla fine, Red.
Mi lasci fare il filosofo, per pochi secondi? Beh, non so come la vedi tu; io, davanti al video del computer, negli occhi le macerie della new economy, Kurt, la tua Ducati, Girardengo, Momo, i CD pirati che girano a E-Radio, guardo alla vita come ad una cosa bellissima e molto poetica a parole, ma che se non stai attento ti fa un male terribile sulla pelle. Come la Morgen Stern, che ha un nome poetico (la stella del mattino, tu pensa), ma è uno strumento di tortura micidiale.
Non so spiegarti come mi sento in questo momento, Red.
Pochi minuti fa ti ho vista scendere, in sella a Witch, dal ferry-boat che arriva ogni sera da Kyle of Lochalsh. Sei tu, lo so, anche se non posso vederti il volto coperto dal casco. Pensavo che non ti avrei mai più rivista; altrimenti, perchè raccontarti tante cose che avrei potuto dirti a voce, seduti sulla spiaggia a tirare sassi in acqua?
E adesso, eccomi qui, sudato ed impaurito come succede di essere di fronte ai desideri che prendono forma e sostanza. Eccomi qui a buttare giù in fretta le ultime righe di quest’ultimo post, a lasciare sulla tastiera una pagina strappata dal Moleskine sulla quale ho scritto l’indirizzo del mio albergo ed il numero della mia camera, a bere l’ultimo sorso della mia pinta per vincere la paura di incontrarti e la felicità di vederti, a scivolare fuori dall’Internet Cafè per lasciare a te la scelta.
Non ho fatto nulla per meritarmi l’happy end, Red. Ma, se lo vuoi scrivere e vivere tu, chi sono io per dire di no?