Jagged little pill
Non seppe nemmeno lei come e perchè iniziò.
Troppo lavoro, una madre ansiosa, un marito dolce ma riservato, un capo insopportabile. O qualcos’altro, chissà.
Sudava di notte, si svegliava madida dal collo ai polsi, si alzava sempre più presto, si sentiva sempre più stanca.
Camomilla, valeriana, infusi d’erbe. E poi, le code dal medico per farsi prescrivere i sonniferi, e gli ansiolitici, e le pillole prese non più solo mezz’ora prima di andare a letto, ma due, tre volte durante il giorno quando la lista dei messaggi non letti occupava ormai tutto lo schermo del pc.
Si trovò così a vivere una seconda vita, fatta di calma artificiale, di torpore indotto, con i colleghi, gli amici, il marito che stringevano i denti per continuare a campare, e lei, così. Serena ed ebete. L’infermiere che la estrasse dalla vettura accartocciata contro un palo della luce, la trovò che sorrideva.
February 17th, 2004 at 14:15
Su blogorroici.splinder.it c’è l’mp3 della tua intervista!
February 17th, 2004 at 15:17
Giuro, pensavo che codesta lei, alla fine, avrebbe aperto il blog. Invece è finita meglio, in fondo.
February 17th, 2004 at 15:18
“un” blog, ovviamente
February 17th, 2004 at 16:20
…And though she’s not really ill
There’s a little yellow pill
She goes running for the shelter of a mother’s little helper…