Alla fin della fiera
Tutte le mattine passo di fronte al NPF, acronimo che sta per Nuovo Polo Fieristico di Milano.
Di giorno in giorno sembra sempre più grande, è qualcosa di enorme ed anche un po’ inquietante, vuoi perchè al momento se ne vede solo lo scheletro, vuoi perchè noi della zona ci ricordiamo bene la raffineria Agip che adornava la statale del Sempione, sul cui terreno (forse) bonificato cresce il NPF, vuoi perchè l’arredo urbano del circondario è sempre lo stesso, sfasciacarrozze, sterpaglie ed una simpatica puttana nigeriana.
Comunque. Non starò a disquisire sui vantaggi che la nuova collocazione della fiera porterà a Milano: credo che saranno compensati dagli svantaggi che affliggeranno altre decine di migliaia di cittadini che non sono milanesi per questione di due-tre chilometri.
Mi chiedo solo se questo gigante serve davvero, se abbiamo proprio bisogno di questa versione ventunesimo-secolo della vecchia Fiera Campionaria, quella dove andavamo da bambini a fare incetta di adesivi e poster, anche quelli dei bulloni prodotti in Brianza.
Non so; per lavoro mi capita di andare per fiere. E da nessuna parte trovo centri di queste insensate dimensioni. Earls Court a Londra, il Jacob Javits Center a New York, il Moscone Center di San Francisco, la Messe di Duesseldorf, tutti posti grandi, più o meno, come un palazzetto dello sport.
Belli, funzionali, ben organizzati, ben serviti da strade e mezzi pubblici. Nessun gigantismo, mirati a fiere specializzate, da girare in un giorno e non di più.
Noi, intanto, si sta alla finestra, ed in coda sul Sempione, a veder crescere Golia.