Trattino
Il fatto che parlamentari, sottosegretari e persino (forse) ministri scendano in piazza per protestare contro le misure prese dal governo che appoggiano e del quale sono addirittura membri, beh, è palesemente insensato: immaginate di voler comprare mezzo chilo di pane, andare dal panettiere e trovare in vetrina il cartello “Michette, pane all’olio, Altamura, francesini, biovette: qui trovate tutto, e fa tutto schifo”: ecco, ci siamo capiti.
Peraltro, siamo arrivati al punto in cui non ci si stupisce più delle insensatezze. Questo in carica, come quello precedente, e quello prima, e quello prima ancora, non è un governo, ma un puzzle di microgoverni a posizionamento e dimensionamento variabile. “Il potere sono loro“, scrive Ivan Scalfarotto riferendosi a Paolo Cento e compagnia sfilante. Errore: i poteri sono loro, un potere per ogni soggetto che sta insieme ad un altro e ad un altro e ad un altro per mezzo del trattino magnificato da Cossiga: ve lo ricordate il centro, trattino, sinistra? Cento non va a sfilare contro se stesso, ma contro chi si trova in prossimità del trattino che delimita il suo feudo. E’ un paraculo, mica un masochista.
Ivan Scalfarotto (via Wittgenstein)
November 3rd, 2006 at 16:33
Su Io Donna di circa 1 mese fa c’è un bel pezzo di Severgnini sull’utilizzo del trattino. Non capisco cosa ci faccia ancora in giro per la mia scrivania. Pensi che me ne sono accorta leggendo l’oroscopo.