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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla. (Gabriel Garcia Marquez)
La situazione è questa, che tra Beppe Grillo e il Parlamento (anche quello pieno di inquisiti e financo di condannati, sì), il titolare qui si schiera con il Parlamento.
Scriveva Taillerand, che di queste cose se ne intendeva, che recapitando anonimamente la mattina presto un biglietto anonimo con su scritto “Fuggi, tutto è scoperto” a ogni deputato, la seduta parlamentare sarebbe andata deserta o quasi.
Grillo è soltanto un sintomo di un malessere diffuso, e comunque molte delle cose che mette in evidenza sono fatti e non opinioni, Sir.
Il parlamento (mi perdoni la minuscola, ma è del tutto voluta) che è venuto fuori da questa legge elettorale definita “porcata” dal suo stesso estensore è uno dei peggiori nella storia della Repubblica: paradossalmente, uno dei “mostri” additati in periodo pre-elettorale, Vladimiro Guadagno in arte Vladimir Luxuria, è tra le persone più propositive, equilibrate ed intelligenti presenti in aula, e spicca tra mediocri funzionari di partito il cui unico merito è stato appunto quello di sapersi fare strada all’interno del proprio partito.
C’è uno scostamento tra il paese reale e il potere legislativo che potrebbe sfociare in qualcosa di peggio che in qualche manifestazione di piazza: i partiti non rappresentano più i cittadini, non ci si può sentire rappresentati da persone che scelgono la politica solo per fare carriera, siamo arrivati al punto che le persone per bene, quelle che potrebbero amministrare degnamente questo paese, stanno alla larga dalla politica attiva, perché la situazione ambientale è tale da impedire l’accesso a chi non sia disposto a legarsi a una segreteria di partito, a scendere a patti fin da subito, a fare compremessi inaccettabili per qualunque persona dotata di senso morale.
E comunque, la proposta di legge di iniziativa popolare è interessante: non credo riuscirà mai a seguire l’iter, ma può servire a dare una buona scossa, che è quello che serve. Le leggi ci sono già tutte, ce ne sono anche troppe, ma molte non vengono applicate: è o non è paradossale che un pregiudicato non possa fare l’usciere alla regione o il vigile urbano ma il parlamentare si? Si ricordi cosa è successo col caso Previti. Prima che una questione etica, è essenzialemte una questione morale, mai risolta.
E sa qual’è la differenza tra una persona etica ed una persona morale, vero? Volendo rispondere con una semplificazione (penso b.georg avrebbe da ridire, ma tant’è) una persona etica sa che non è bene sedurre le mogli altrui, una persona morale semplicemente non lo fa.
lei si conferma temerario fino all’incoscienza. per darle un’idea dei rischi che corre, dia un’occhiata al tenore del centinaio di commenti di racimola il pezzo di sergio romano sulla stampa di oggi, che si permette un amaro sarcasmo. magari una tale lettura può servire per qualcuno da vaccino, ma non è che ci speri.
la linea che demarca una legittima pretesa di un risanamento delle istituzioni politiche di questo paese e la deriva populista a volte è sottile. ma c’è. ed è dannoso fingere che tutto questo sia solo qualinquismo, posto che dalle piazze arrivano richieste precise e profondamente politiche.
io sto con il parlamento come istituzione. non necessariamente con tutti i fondoschiena che coprono i suoi bellissimi sedili di velluto rosso.
Il livello attuale della politica italiana è quello che è, senza dubbio, e ogni attacco alla sua ormai endemica autoreferenzialità è benvenuto. Ma a Grillo vorrei però chiedere il senso di un’affermazione del tipo: «Dobbiamo portare la politica verso i cittadini, la politica dobbiamo farla noi tutti i giorni» (citazione testuale). In particolare chiederei: in Parlamento, nei consigli regionali, provinciali, comunali chi ci mandiamo? E soprattutto, seguendo quale procedura? Con una pubblica chiamata dal palco di una piazza? E’ capace Grillo di dirci quale meccanismo alternativo a quello usuale della formazione di liste elettorali di partito lui ha in mente? O davvero è folle al punto da credere che la politica nelle piazze possa sostituirsi a quella ben più importante che si svolge in Parlamento e negli altri organismi elettivi? E questa storia trita e ritrita della società civile “buona” e del mondo politico “cattivo” a chi vuole ancora propinarla? Se vuole cambiare sul serio le cose, Grillo fondi un partito, si candidi con i suoi amici alle elezioni, misuri il grado del proprio consenso in maniera seria, e non attraverso i decibel di una massa urlante, e poi quando avrà preso una percentuale decente di voti se ne riparlerà (dubito fortemente che ci riuscirebbe). Ricorda ancora che il meccanismo di funzionamento di ogni democrazia è questo? O lui ha in mente modelli di rappresentatività diversi?
(ovviamente non sono un politico)
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September 10th, 2007 at 14:42
Bravo!
September 10th, 2007 at 14:54
la famigerata luogocomune di parigi
September 10th, 2007 at 20:43
Scriveva Taillerand, che di queste cose se ne intendeva, che recapitando anonimamente la mattina presto un biglietto anonimo con su scritto “Fuggi, tutto è scoperto” a ogni deputato, la seduta parlamentare sarebbe andata deserta o quasi.
Grillo è soltanto un sintomo di un malessere diffuso, e comunque molte delle cose che mette in evidenza sono fatti e non opinioni, Sir.
Il parlamento (mi perdoni la minuscola, ma è del tutto voluta) che è venuto fuori da questa legge elettorale definita “porcata” dal suo stesso estensore è uno dei peggiori nella storia della Repubblica: paradossalmente, uno dei “mostri” additati in periodo pre-elettorale, Vladimiro Guadagno in arte Vladimir Luxuria, è tra le persone più propositive, equilibrate ed intelligenti presenti in aula, e spicca tra mediocri funzionari di partito il cui unico merito è stato appunto quello di sapersi fare strada all’interno del proprio partito.
C’è uno scostamento tra il paese reale e il potere legislativo che potrebbe sfociare in qualcosa di peggio che in qualche manifestazione di piazza: i partiti non rappresentano più i cittadini, non ci si può sentire rappresentati da persone che scelgono la politica solo per fare carriera, siamo arrivati al punto che le persone per bene, quelle che potrebbero amministrare degnamente questo paese, stanno alla larga dalla politica attiva, perché la situazione ambientale è tale da impedire l’accesso a chi non sia disposto a legarsi a una segreteria di partito, a scendere a patti fin da subito, a fare compremessi inaccettabili per qualunque persona dotata di senso morale.
E comunque, la proposta di legge di iniziativa popolare è interessante: non credo riuscirà mai a seguire l’iter, ma può servire a dare una buona scossa, che è quello che serve. Le leggi ci sono già tutte, ce ne sono anche troppe, ma molte non vengono applicate: è o non è paradossale che un pregiudicato non possa fare l’usciere alla regione o il vigile urbano ma il parlamentare si? Si ricordi cosa è successo col caso Previti. Prima che una questione etica, è essenzialemte una questione morale, mai risolta.
E sa qual’è la differenza tra una persona etica ed una persona morale, vero? Volendo rispondere con una semplificazione (penso b.georg avrebbe da ridire, ma tant’è) una persona etica sa che non è bene sedurre le mogli altrui, una persona morale semplicemente non lo fa.
September 10th, 2007 at 20:58
lei si conferma temerario fino all’incoscienza. per darle un’idea dei rischi che corre, dia un’occhiata al tenore del centinaio di commenti di racimola il pezzo di sergio romano sulla stampa di oggi, che si permette un amaro sarcasmo. magari una tale lettura può servire per qualcuno da vaccino, ma non è che ci speri.
link
September 10th, 2007 at 22:48
Bello l’articolo di Romano (Andrea, non Sergio), terrificanti i commenti. Quando il rimedio (presunto) è di gran lunga peggiore del male.
September 11th, 2007 at 10:48
andrea, ops
September 11th, 2007 at 15:48
la linea che demarca una legittima pretesa di un risanamento delle istituzioni politiche di questo paese e la deriva populista a volte è sottile. ma c’è. ed è dannoso fingere che tutto questo sia solo qualinquismo, posto che dalle piazze arrivano richieste precise e profondamente politiche.
io sto con il parlamento come istituzione. non necessariamente con tutti i fondoschiena che coprono i suoi bellissimi sedili di velluto rosso.
September 12th, 2007 at 00:41
Il livello attuale della politica italiana è quello che è, senza dubbio, e ogni attacco alla sua ormai endemica autoreferenzialità è benvenuto. Ma a Grillo vorrei però chiedere il senso di un’affermazione del tipo: «Dobbiamo portare la politica verso i cittadini, la politica dobbiamo farla noi tutti i giorni» (citazione testuale). In particolare chiederei: in Parlamento, nei consigli regionali, provinciali, comunali chi ci mandiamo? E soprattutto, seguendo quale procedura? Con una pubblica chiamata dal palco di una piazza? E’ capace Grillo di dirci quale meccanismo alternativo a quello usuale della formazione di liste elettorali di partito lui ha in mente? O davvero è folle al punto da credere che la politica nelle piazze possa sostituirsi a quella ben più importante che si svolge in Parlamento e negli altri organismi elettivi? E questa storia trita e ritrita della società civile “buona” e del mondo politico “cattivo” a chi vuole ancora propinarla? Se vuole cambiare sul serio le cose, Grillo fondi un partito, si candidi con i suoi amici alle elezioni, misuri il grado del proprio consenso in maniera seria, e non attraverso i decibel di una massa urlante, e poi quando avrà preso una percentuale decente di voti se ne riparlerà (dubito fortemente che ci riuscirebbe). Ricorda ancora che il meccanismo di funzionamento di ogni democrazia è questo? O lui ha in mente modelli di rappresentatività diversi?
(ovviamente non sono un politico)