< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • August 2010
    M T W T F S S
     1
    2345678
    9101112131415
    16171819202122
    23242526272829
    3031  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    31/08/2010

    Over 200 years

    Filed under: — JE6 @ 12:10

    Mi alzo, vado verso l’armadio dove ho quel minimo di archivio cartaceo del mio lavoro, passo davanti a una mensola. C’è una scatola di carta per fotocopie, sopra. Una di quelle viste mille volte, ma mi casca l’occhio. C’è un simbolo, un bollino blu con una sigla ISO in bianco all’interno, e una scritta. Archival life over 200 years. 200 anni. E niente, rimango lì a guardare queste cinque parole, penso che siamo tutti qui che non sappiamo dove saremo, cosa faremo, chi saremo fra tre mesi, penso agli hard disk, ai virtual storage, penso confusamente – allontanandomi, perché i colleghi mi guardano straniti mentre fisso attentamente una scatola di cartone – alla memoria, ai cassetti di casa e di ufficio dove si accumulano cose che poi si perdono, si mischiano, si decompongono, vengono buttate via per mancanza di spazio, penso alle risate di quelli del marketing della carta per le fotocopie (“150?”, “ma no, dai, abbondiamo, facciamo 200”, “bon, allora facciamo oltre 200 e non se ne parli più”), penso alla sottile malinconica inquietudine che queste cinque parole mi fanno girare nello stomaco, apro l’armadio, tiro fuori il mio raccoglitore ad anelli, quello rosso che in costa ha scritto il mio nome e l’anno, chissà quanto reggerà, magari over 200 years.

    Con la fetta di pane e Nutella in mano

    Filed under: — JE6 @ 10:40

    Questa mattina stavo facendo colazione, ero da solo per via di orari un po’ sfasati rispetto al solito, una notte così e un risveglio pure, e leggevo, sto leggendo “Il vangelo secondo Gesù Cristo” di Saramago, ero lì con la fetta di pane e Nutella in mano e leggevo, leggevo di quando Giuseppe sente e vede i soldati romani dirigersi verso Betlemme per uccidere tutti i bambini sotto i tre anni e allora lascia il lavoro e corre verso la grotta, ma non può correre dentro la città perché altrimenti desterebbe sospetti, allora è costretto a camminare, solo appena appena più velocemente di tutti gli altri, è lì che vorrebbe correre e gridare e la testa gli scoppia ed è preso dalla più grande paura del mondo, l’ansia, il terrore, poi arriva alla porta della città e corre corre corre fino a quando arriva a quella che è stata la sua casa negli ultimi due mesi, che è una grotta col pavimento ricoperto di paglia e il bambino è ancora lì, con la madre, sono vivi tutti e due, e lui sente le gambe tremare, sente l’acido in bocca, cerca di calmarsi, e fuori si sentono le grida delle madri che vedono i figli ammazzati dai legionari, e io ero lì con la fetta di pane e Nutella in mano con lo stomaco arrotolato per i fatti miei, e loro si nascondono nel buio della grotta e sperano sperano sperano, trattengono il fiato e sperano, pregano e sperano, io ero lì con la fetta di pane e Nutella in mano.