< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • April 2011
    M T W T F S S
     123
    45678910
    11121314151617
    18192021222324
    252627282930  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    11/04/2011

    Cercando gli interruttori

    Filed under: — JE6 @ 13:30

    Vivono insieme da poche settimane, meno di due mesi. Prima era una notte ogni tanto, una volta al mese o giù di lì, poi le notti sono diventate due, poi un giorno sono state due valigie. La sera, quando tornano a casa, mangiano un boccone e passano qualche minuto a raccontarsi le cose della giornata – l’ufficio, i colleghi, le telefonate. Lui, che è quello che si è spostato, è anche quello che parla meno; ascolta: ascolta lei, e i rumori del palazzo, e della strada, i televisori che si accendono, i telefoni che squillano, le auto che cercano parcheggio, i vicini che bussano per chiedere il sale, o un cacciavite. A volte riescono a rientrare insieme, e in quel paio di centinaia di metri che separa la fermata dell’autobus dal portone di casa lei saluta persone, a volte con un buonasera come va, altre con un semplice sorriso accompagnato da un cenno della testa, lui guarda quelle facce e qualche volta le chiede chi è quella signora. Una sera la madre di lei passa a trovarli, le due donne si siedono sul divano e chiacchierano, lui si alza e prepara il caffè, apre tutti i cassetti e quasi tutte le ante della cucina prima di trovare quel che gli serve in quella casa che non è ancora sua, quella casa nella quale quando si alza all’alba, in punta di piedi per non svegliarla, fatica a trovare gli interruttori – ha imparato la disposizione dei libri ma non dove recuperare la ricarica del sapone liquido per le mani, a volte lei mette su dei dischi e a lui sembra di venire da un altro mondo, vuoi dire che ascoltavi questa musica? -, versa il caffè nelle tazzine e le porta alle due donne, le porta con le mani perché forse il mese prossimo imparerà dove si nascondono i vassoi, e si siede sulla poltrona piccola ad ascoltarle, ad ascoltare le piccole cose delle zie e della mamma di Anna, ma chi, quella che abita nella via vicino all’ufficio postale, ah sì ho capito, ascolta le minuzie di una vita quotidiana nella quale lui entra a passi piccolissimi, chiedendosi se ne farà mai parte per davvero. Quando la madre di lei esce lui entra in cucina e sciacqua le due tazze del caffè. Lei si ferma sulla soglia della stanza, lo guarda e gli chiede cosa c’è, che quella faccia lei la conosce bene, e lui, senza guardarla mentre mette le due tazze nella lavastoviglie, le risponde la pura verità: non sapevo che tu avessi una vita, e adesso la guardo.

    6 Responses to “Cercando gli interruttori”

    1. Sempre un po' a disagio Says:

      Bellissimo.

    2. Milo temesvar Says:

      si, l’atmosfera, lo straniamento; da lui dove viene? una vita prima non ce l’aveva? vi ha rinunciato completamente? quante domande.

    3. Milo Says:

      “da lui dove viene” = “ma lui da dove viene”…

    4. paola Says:

      bello.

    5. gippo Says:

      I tuoi racconti mi emozionano.
      Questo in particolare, lo rileggo spesso per cogliervi sfumature diverse.

      Mi sono permesso di segnalare i tuoi racconti, e la tua bravura, sul mio blog: http://chettelodicoaffare.blog.kataweb.it

      Grazie.

    6. Sir Squonk Says:

      [Grazie, eh]

    Leave a Reply