Does everyone stare (bonus track)
I due ragazzi camminano lungo il marciapiede, stringendosi dentro il piumino del primo inverno del nord. Arrivati alla pizzeria lui fa per entrare, ma si ferma d’improvviso come se si fosse ricordato in quel preciso istante di una cosa importante, e con un gesto goffo apre la porta e fa passare la ragazza. Si siedono a un tavolino d’angolo, mentre la sala si riempie lentamente di studenti come loro. Sono due matricole, ed è la prima volta che escono insieme. Ordinano da mangiare, lui prende una birra e lei un’acqua minerale. Parlano del più e del meno, della città da dove viene lei, del quartiere dove abita lui, dei corsi e degli esami che li aspettano. Quando hanno finito di mangiare restano seduti, lui con l’indice fa piccoli disegni sul bicchiere osservando lei che tira fuori dalla borsa una piccola agenda colorata e una penna e scrive veloce un appunto con una calligrafia minuta e decisa. Quando lei rialza la testa vede lo sguardo di lui e gli chiede cosa c’è. Lui risponde nulla, ti guardo e lei sorride un po’ sorpresa, gli chiede cosa e lui, sempre calmo, dice guardo te, e inizia a descrivere i piccoli gesti di lei, a volte prima di parlare abbassi la testa, come se ti guardassi dentro, come se stessi fermando il mondo per un secondo e prendessi fiato e mettessi tutto in ordine, e ti scosti i capelli dalla fronte sempre nello stesso modo, con il pollice e il medio della mano destra che partono dal centro della fronte e si allargano verso le tempie e quando lo fai hai un’espressione come per dire adesso sono pronta, adesso sono a posto, lui parla e lei lo ascolta e mentre lo fa pensa che da quando lo conosce non ha mai sentito la sua voce così a lungo, per forse due minuti di fila, e si rende conto che non saprebbe spiegare quella sensazione che la sta prendendo, di calore e di sorpresa, come davanti ai regali sotto l’albero di Natale, queste cose non le nota mai nessuno dice lei, come fai, anche in aula non stiamo mai vicini, e tu in biblioteca stai con i tuoi amici e io con i miei, non lo so, risponde lui, io ti guardo anche se non te ne accorgi, c’è qualcuno che ti guarda come ti guardo io? Lei non sa cosa dire ma lui la toglie dall’imbarazzo, tra venti minuti abbiamo lezione, ci conviene muoverci, lei dice sì e mentre fa il gesto di prendere i soldi dentro la borsa lui si alza e dice piantala, cosa fai, vado a pagare e lei lo guarda andare verso la cassa, lo guarda di spalle nella sua felpa degli Alabama Crimson Tide, di quel rosso che tende al porpora che le pare sia l’unico colore che lui dovrebbe portare, lo guarda fermarsi dietro a due ragazzi che devono pagare la loro pizza, mentre tira fuori il portafogli dalla tasca dei jeans.