Greetings from Chicago 2013 – East Building
Arriviamo al McCormick dopo una camminata lunghissima. L’ultimo pezzo, una volta lasciato alle spalle il Soldiers Field, lo facciamo in riva al lago. I prati sono di un verde da montagna, e tutto il resto – il cielo, l’acqua, le biciclette, le bandiere, le barche – ha dei colori che sembrano ritoccati, come se le ultime energie fossero messe tutte lì, in un tentativo di resistenza al freddo che verrà, alla neve, alle onde che spazzeranno la spiaggia. Quando ci siamo ci accorgiamo di essere nel posto sbagliato, di essere sul lato opposto a quello dove dovremmo essere, e questo exhibition center è grande quanto una provincia, è semplicemente immenso. E allora lo attraversiamo, prima un parcheggio, poi una rampa, se giriamo da questa parte dovremmo tagliare quella strada, quella a sei corsie che gli passa in mezzo. Guardiamo le vetrate, i lampioni, le mille bandierine “We are glad you are here”, è tutto pulito ma non asettico, è tutto funzionale ma non freddo, o forse siamo solo noi che siamo di buon umore e ci va bene tutto. Giro lo sguardo verso nord, e lì vedo una bottiglia, lasciata su un muretto di cemento che regge una ringhiera metallica. Non c’è altro in giro, nessun segno di una presenza umana, niente cartacce o residui di cibo, nulla. Solo quella bottiglia vuota di Jack Daniel’s, ma vuota al punto da dare l’impressione di essere stata lavata e messa ad asciugare al sole. Mi chiedo chi l’abbia bevuta, chi sia venuto qui in un angolo seminascosto dell’East Building che in questo periodo non ospita fiere né congressi, a sedersi per terra e scolarsela fino all’ultima goccia. Chissà dov’è andato dopo, se si è sdraiato a dormire sotto gli alberi, se è tornato barcollando verso il piccolo porto che abbiamo passato una mezz’ora fa, se ha trovato la strada verso ovest che porta dentro Chinatown passando per la fermata della Red Line in ricostruzione. Chissà se ha incrociato qualcuno della security, o un visitatore in giacca e cravatta che ha sbagliato palazzo, est invece di sud. Sto un po’ a guardare quella bottiglia, la fotografo, adesso mi spieghi perché, perché cosa, perché la fotografi, non lo so, mi sembra che dica qualcosa, oddio, tu vai avanti, adesso arrivo.