Greetings from Roma – 1. Per i campi
Io ho questa teoria, che una città si giudica più per le sue periferie che non per il centro storico. Quindi, Parigi perde un sacco di punti, perchè la banlieue è di una bruttezza sconcertante, e la Ville Lumiere si salva solo per quei cinque o sei chilometri quadrati che tutti conoscono bene, affossati però da Choisy-Le-Roy o Drancy. Qui, invece, si passa per campi verdi e greggi, ed anche dove si vedono i muri sbrecciati, gli sfasciacarrozze, le buche nell’asfalto ed una sorta di povertà diffusa, si ha l’idea di stare in un posto dove comunque vale la pena vivere. E così, si può anche guardare persino con tenerezza ad una signora seduta su una panchina della stazione della Magliana, con lo sguardo fisso nel vuoto, e chiedersi cosa sta pensando, ed avere quasi voglia di scendere e scambiarci due parole.