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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    22/03/2005

    Chissà se ci scappano i bucatini

    Filed under: — JE6 @ 17:46

    Il titolare, e il blog con esso, si trasferisce per un paio di giorni nell’Urbe. A parziale risarcimento per una disperante cena di lavoro, sono possibili (ma non sicuri, e purtroppo a tarda ora) fugaci incontri dissetanti e rapide libagioni con un maggiorente della blogosfera.

    Siccome il titolare non si vuole far mancare nulla, domani mattina farà il suo ingresso negli uffici di una multinazionale americana, chiedendo ad un marke-blogger “Scusi, mi offre un caffè?”
    In questo sconfortante quadro di autoreferenzialità bloggistica, risulta vieppiù evidente l’assenza della componente femminile. I magnifici cinque ci fanno una pippa, insomma.

    Una domenica a Genova

    Filed under: — JE6 @ 07:53

    Ieri si parlava di stadi, di curve, di gente. Al titolare è stata mossa la critica – non infondata – di discettare senza conoscere. Per porre parziale rimedio, si ospita un racconto di vita vissuta: scordatevi Cucuzza, se è ciò a cui state pensando, si è gente seria da queste parti.
    Grazie a Dado.

    Ritrovo ore 9 in stazione
    Banchetto autogestito a cui si ritirano i biglietti per lo stadio e per il treno (totale 35 €); fila ordinata ci si presenta si viene cancellati dalla lista e si pagano i biglietti. Intanto c’è chi beve birra, altri fanno colazione al bar col caffè corretto, quello in parte a me beve Vov!! NON c’è in giro un poliziotto, il tutto si svolge tranquillamente. TUTTI pagano il dovuto.

    Alle 10 arriva il treno speciale
    e siamo pronti per partire, come al solito i posti non bastano per tutti: siamo più di mille, ci sono anche ragazze e bambini. In treno si inizia a parlare, girovagare, bere, fumare, mangiare, leggere la formazione (ma quello gioca? E loro? Forti eh in casa hanno vinto le ultime 5. Ma hai visto Doni? mercoledì 2 gol ha segnato, speriamo oggi stia buono; ma cosa dici, oggi vinciamo? Eh saress anche ùra…), a cantare e già si capisce quale sarà la canzone che verrà ripetuta ossessivamente come fosse un mantra: “DEA, devi vincere… ORA; Tutta quanta la… CURVA, canterà per te: DEA, devi vincere ORA….”.

    Alle 12,30 siamo già a Genova.
    Scendiamo dal treno, ci sono una dozzina di sbirri non di più. Se ne stanno in disparte, sono tranquilli e di conseguenza lo siamo noi.
    Saliamo sui pullman gialli (urbani) e andiamo allo stadio. Durante il tragitto con le classiche porte aperte cantiamo ma NON insultiamo nessuno al massimo salutiamo chi ci saluta.

    Siamo subito allo stadio, ci sono già un po’ di macchine mentre i ragazzi che sono venuti in pullman da Bergamo non sono ancora arrivati.
    Si entra, si prende posto, sia attaccano gli striscioni. Io faccio due parole con dei ragazzi della Croce Rossa di Genova molto simpatici, vado al bar: acqua (1,5 €). Si mangia, ci si scambia i panini (cosa te ghe lè te? Porchetta? Fai a cambio con uno col salam? Vino ghè né amò?) Si rinizia a cantare. Vengono distribuite mille bandiere. Alla fine il colpo d’occhio sarà stupendo 2,400 persone colorate e rumorose.

    Quando i ragazzi vengono sotto il settore per fare il riscaldamento gli facciamo subito capire che intenzioni abbiamo: NOI VOGLIAMO QUESTA VITTORIA!!

    I doriani anche riempiono la loro curva e fanno una bella coreografia. Qualcuno dal settore vicino prova a provocarci ma solo in 2-3 abboccano e vengono pesantemente redarguiti (noi oggi siamo qui solo a tifare atalanta e cmq non ce la prendiamo con la gente normale, bisogna crescere con la testa)

    La partita inizia
    e siamo subito in vantaggio…. ESPLODIAMO!!! non sembra vero, tutti che si abbracciano anche tra sconosciuti (t’el vest? Te l’ere dich mè!!!)
    Poi la Doria cresce, ha un rigore: calcia Flachi …. Calderoni para (SECONDO ORGASMO…). E poi Doni su punizione segna (ahhh che dolore il cuore trafitto dall’ex…) non esulta per rispetto verso di noi ma fa male uguale.

    Nel secondo tempo la squadra c’è e, trovato il gol, anzi siamo ancora noi ad avere le migliori occasioni per fare il terzo. Fino alla fine con il cuore in gola, tutti uniti, compatti a cantare. Quando Lazzari (ta set propè lazzaro, dio svizzero!!) si mangia un gol già fatto tutti i 2.400 prima ammutoliscono e poi accompagnano la palla fuori con il classico: “diooooo xxxx”

    Quando l’arbitro fischia la fine e i ragazzi vengono sotto di noi a ringraziare è la bolgia… FELICITA’ PURA AL 100% mando un sms al mio amico nel settore inferiore “COME GODOOOOO, MEGLIO DELL’ORGASMO” la sua risposta “questo è UN ORGASMO MULTIPLO!!!!!!”

    Stiamo nello stadio un’ora. Continuiamo a fare festa. NON raccogliamo provocazioni che, anzi, vengono fatte finire dagli ultras doriani stessi. Alle 18 i giocatori finita la doccia, le interviste ecc. si affacciano dal tunnel in borghese e non resistono: vengono ancora sotto a salutare.

    Il tempo di fare il percorso inverso e siamo ancora in treno, che lasceremo certo non pulitissimo ma in buone condizioni, senza alcun danneggiamento o scritte o altro (la modo di tirare il freno d’emergenza è passata da un pezzo e se qualcuno ci prova si prende due sberle; stessa cosa per chi ruba all’autogrill).
    Si fa ancora festa: certo abbiamo vinto ma NESSUNO chiama a casa per sapere dal cugino sfigato e “biscardi-dipendente” se il rigore c’era o no, ognuno l’ha visto a suo modo e tutti abbiamo fischiato l’arbitro, poi in settimana non se ne parlerà più: abbiamo una vita, l’errore fa parte del gioco. Come nessuno chiama per sapere gli altri risultati o il posticipo, quello che ci interessava (il parma che pareggia in extremis, brescia che perde) l’abbiamo visto sul tabellone dello stadio.
    Si cantano ancora canzoni sempre più dementi e si finiscono i panini, le birre le bottiglie di vino e le riserve di maria olandese, si da il tormento a chi prova a dormire…

    Alle 21 siamo a casa.
    Un attimo mica è finita. Scendiamo dal treno cantando e in corteo, camminando in mezzo alla strada, andiamo fino in centro a festeggiare ancora (la svegliamo noi questa città de merda che alle nove di sera dorme già!!!)

    Questo è quanto. Una simpatica domenica allo stadio con gli amici di sempre e amici nuovi conosciuti nel frattempo.

    Non sbagliatevi non siamo angeli tra due settimane per un insieme di motivi, nessuno dei quali plausibili, saremo sui giornali perché ci saremo presi a sberle con i cugini del brescia.
    C’est la vie ça va sans dire.