Brutte letture
Carver – che Dio lo benedica – mi sta rovinando la vita. Se non fosse per lui, non mi metterei a litigare con una persona alla quale voglio molto bene.
In definitiva, le parole sono tutto quello che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste.
Update: Shangri risponde da par suo. Io, nei commenti, faccio quello posso. Di tutto questo, a me rimangono alcuni dispiaceri, e la consolazione di discutere con una persona intelligente. Di questi tempi, non è cosa da poco.
May 13th, 2004 at 10:17
Pensi, a me ne hanno regalato uno, di Carver. A questo punto, so mica se lo leggo
May 13th, 2004 at 10:57
Lo legga, lo legga. La citazione è di pagina 19.
May 13th, 2004 at 13:14
Ciao squò. Vorrei litigare un po’ con te. Credo sia solo per avere la citazione di Carver. Dunque comincio io: valgono le parolacce?
…
May 13th, 2004 at 13:42
Mi domando chi possa mai averle regalato un Carver.
May 13th, 2004 at 13:43
Un provocatore, evidentemente
May 13th, 2004 at 13:49
R., si trovi un’altra scusa. La citazione sta già nel post.
May 13th, 2004 at 14:35
scusate, domanda idiota: anche io voglio un Carver in regalo… perché a me non hanno mai regalato un Carver? (ste discriminazioni…)
May 13th, 2004 at 18:40
a me l’hanno regalato. ne hanno regalati due, veramente. li ho letti. le persone che mi li hanno regalati non verranno accoltellate solo perché voglio loro tanto bene. anche se una delle due mi ha regalato anche “le correzioni” di franzen, perciò ha delle aggravanti.
May 14th, 2004 at 08:33
Argh. Il massimo che posso concedere è che “Le correzioni” abbia un centinaio di pagine di troppo, come il 90% dei libri moderni. Il che, per l’appunto, mi fa apprezzare Carver vieppiù.
May 15th, 2004 at 13:20
Non un centinaio, Squonk… Io direi 250-300, e almeno un episodio inutile. Ma poi, la mia è un’opinione come un’altra.
May 15th, 2004 at 21:21
Facciamo 170, ci troviamo a metà strada. E siamo tutti e due più vicini al vero. Però, questa cosa che gran parte dei libri moderni sia affetta da logorrea, fa pensare, no?
May 16th, 2004 at 10:59
Eccome se fa pensare. C’è gente che ha scritto capolavori lavorando in spazi stretti: mi vengono in mente Borges, James M. Cain, Selby, Puskin, Conrad: non so, ho la sensazione che ad allungare il brodo ci voglia poco – il difficile è dire le stesse cose in un brodo ben ristretto.