Dall’altra parte (almeno un po’)
Qui e là, leggo post che ricordano Genova, il G8, Carlo Giuliani, Bolzaneto.
Sono scritti da persone che stimo, che conosco come intelligenti e capaci di guardare alla realtà senza paraocchi; il che me li fa considerare con maggiore attenzione: sentire certe cose da Mafe, da Auro oppure da Agnoletto, beh, per me fa differenza. Eccome.
E comunque, non posso fare a meno di notare, leggendo loro e leggendo dentro me, che gli anni passano ma ognuno resta della sua. Non so se è giusto o sbagliato, so che è così, e ne prendo atto.
Io, ciò che penso l’ho scritto un anno fa, qui e qui. Mi è costato, e non poco. Da quei post sono nate delle amicizie alle quali tengo moltissimo, e sono nate delle discussioni con persone, alle quali tengo altrettanto, benchè – come dire – schierate dall’altra parte della barricata, delle quali conservo un bel ricordo: se non altro perchè, un paio di giorni dopo, ci siamo detti “non ho cambiato idea, ma grazie per avermi fatto vedere la realtà anche da un altro punto di vista”.
Ecco, questo è quanto. Poco forse, ma bisogna sapersi accontentare.
July 20th, 2004 at 16:08
chi si accontenta gode…
July 20th, 2004 at 16:34
provo a scrivere qualcosa di sensato. non credo che la questione stia nello “stare” o nel “non stare” dalla parte delle forze dell’ordine. non credo che il punto stia nel singolo. credo che siano stati fatti degli errori, dei madornali errori, a genova. credo che le attenuanti siano tante, che gli equivoci e i muri di gomma siano innumerevoli, da una parte e dall’altra. non credo neanche che molti non abbiano provato a guardare le cose le cose dall’altro punto di vista (l’ho fatto, l’ho fatto più volte. genova è così ossessionante per me che credo di aver letto praticamente tutto quello che è stato scritto a riguardo, da una parte e dall’altra). credo però che ci sia una cosa che le forze dell’ordine sono nate per fare e che è difendere le persone e i loro diritti. e credo che capiti che non lo facciano. e che non l’abbiano fatto a genova. e non è questione di guardare il dito, ma di osservare la luna. e di guardare o leggere le testimonianze. e se non basta il viso insanguinato di una signora che potrebbe essere mia madre… genova, nell’insieme di tutto quello che è successo, non solo piazza alimonda, è una vergogna italiana, per l’italia tutta, non solo per le “nostre” forze dell’ordine”. e non si deve dimenticare. ma questo ovviamente è solo il mio punto di vista.
July 20th, 2004 at 16:57
Vedi, Auro, sui principii non abbiamo problemi a trovarci d’accordo. Però: di visi insanguinati ce ne sono stati migliaia, in quei giorni. Da una parte e dall’altra. A me, quello che continua a rattristare è il manicheismo di entrambe le parti; io sono contento – CONTENTO – se cento figli di buona donna in divisa vengono rinviati a giudizio e condannati. Ma non ho nessuna – NESSUNA – pietà per gli altri cento figli di buona donna che, spranghe in mano e passamontagna in faccia, hanno messo a ferro e fuoco la città tanto quanto i celerini impazziti. Io, a Carlo Giuliani che mi vuole spaccare la testa con un estintore, gli avrei sparato, proprio come ha fatto Placanica. Vaffanculo, Giuliani.
July 20th, 2004 at 17:01
non ha senso per chi si professa pacifista la necessità di forzare una zona rossa o uno sbarramento.il clima da guerriglia urbana nasce tutto da questo mancato rispetto della legalità.
July 20th, 2004 at 17:35
credevo di essermi spiegata, e invece… (mi capita sovente, ultimamente) il senso del mio commento era proprio quello di scindere carlo giuliani e la guerriglia (posso dire una cosa? a chiiiicco non rispondo perché diventerebbe lunga e polemica la cosa. quindi gli do’ ragione e bona lì, seppur dal mio pdv non ha ragione) dal resto. il resto si chiama, ad esempio, bolzaneto. dove le violenze ci sono state e sono state unilaterali: nessun passamontagna, nessuna spranga. il resto si chiama scuola diaz. il resto si chiama le strade di genova dove molti non volevano forzare nessuna zona rossa, ma solo manifestare. le foto e i filmati non riprendono solo ragazzi con passamontagna e spranghe. e loro, lì, quegli altri, non li ha tutelati un cazzo di nessuno.
July 20th, 2004 at 17:50
Secondo me, invece, ti eri spiegata bene. Io credo che parti da un presupposto sbagliato: Carlo Giuliani e la guerriglia non sono scindibili, come non sono scindibili la guerriglia e la Diaz, la guerriglia e Bolzaneto.
Cerco di spiegarmi: non intendo dire che ad ogni azione segue una reazione; ci sono state mille azioni immotivate, non generate da una qualsivoglia provocazione (e comunque, c’è anche chi non sa resistere ad una provocazione, vogliamo dirlo?). Voglio dire che Black Bloc, Celere, sprangatori professionisti di entrambe le parti sono facce della stessa medaglia, espressioni della stessa cultura, per quanto questo possa sembrare paradossale. Tanta altra gente, innocente, ci è finita in mezzo.
July 20th, 2004 at 18:04
Auro, forse al difficoltà di capirsi è data dal fatto che il simbolo è divenuto Giuliani (morte terribile ma la cui responsabilità è molto discutibile, per la situazione in cui è avvenuta), non la signora pacifista a cui hanno spaccato la faccia a freddo.
July 20th, 2004 at 18:10
le carenze di tutele e le vergogne di Diaz e Bolzaneto dimostrano che esistono frange pericolose all’interno delle forze dell’ordine.questo è fuori discussione
ma rimane sul campo un movimento no global che incapace di fare politica vive solo sul dissenso e crede così di poter cambiare il mondo,(con la maglia di un guerrigliero e la bandiera della pace.)
July 20th, 2004 at 19:40
Concordo con lei Sir, nel deprecare il manicheismo da ambo le parti. Raramente ci sono situazioni in cui la ragione sta, tutta, da una parte sola.
E nel caso di Genova ci sono stati anche dei tentativi, e non da poco, di falsare la realtà, tipo le riprese televisive degli avvenimenti e il tipo di copertura data ai vari eventi.
Il punto è che in determinate situazioni pochi scalmanati possono cambiare anche completamente la percezione che di una data realtà si ha all’esterno: pensiamo ad uno stadio, diecimila spettatori, la stragrande maggioranza pacifica, padri con bimbi al seguito, magari, ma un centinaio di hooligans che tenta un invasione di campo e si scontra con la polizia, che per reazione manganella duro, basta a far parlare di violenza negli stadi, clima insostenibile e far invocare maggiori misure di sicurezza e restrizioni, a discapito di tutti.
Non scordiamoci poi che durante il G8 a Genova, la regia delle forze dell’ordine era in mano a Fini e Scajola, che han selezionato i responsabili tra i loro uomini di fiducia.. un po’ come affidare la direzione di un asilo a Luigi Chiatti.
Se è successo quel che è successo, è dipeso dall’atteggiamento delle frange estremiste di entrambe le parti in causa, con in mezzo una massa di brave persone che erano là per manifestare civilmente e pacificamente e si son trovate in mezzo a una vera e propria guerra.
July 20th, 2004 at 19:49
…fornisco altre due prospettive altrettanto “incapaci”: 1. il fatto di mettere carlo giuliani nel ruolo del martire ha fatto comodo sicuramente al movimento no global (dico così, per semplificare…), ma anche all’altra parte, alla quale forse la donna insanguinata sarebbe forse risultata ben più difficile da far digerire. 2. credo che ci possano essere provocazioni e provocazioni, ci sono stati degli arresti. ma credo anche che da un arresto alla violenza in carcere, da una provocazione (inesistente alla luce dei fatti e delle prove giudiziarie) alla trasformazione di una scuola in un mattatoio, mi spiace ma ce ne passa ben più di una giustificazione.
per me (che credo di essere tutto tranne che una facinorosa nei fatti, nelle parole forse sì) il fatto di non essere andata a genova per paura (purtroppo confermata) di non essere tutelata dalle forze dell’ordine crea un fortissimo problema di coscienza, amplificato dalla litania di “meno male” che mi propina mia madre e dalla verità dei fatti.
July 21st, 2004 at 09:25
Concordo con Auro: Giuliani simbolo utile a tutti, un simbolo difficile da accettare per la maggior parte delle persone, anche se continuo a pensare che per difendersi (se era difesa) si possa anche sparare a un piede, a una spalla, non per uccidere (e se era inesperienza è ancora peggio).
Ma L’Orrore di Genova (e di Napoli pochi mesi prima) è nella regia, non solo quella di Fini, ma quella dell’Ulivo, che ha progettato la reazione ai movimenti pensando solo a contenere i violenti e mai, mai, mai a difendere le decine di migliaia di cittadini che volevano solo manifestare in pace (come abbiamo fatto a Genova un anno dopo, come abbiamo fatto a Firenze contro la guerra, masse oceaniche senza incidenti degni di nota, forse perché non c’erano zone rosse?)
July 21st, 2004 at 09:49
Giuliani, post-mortem, è stato usato. In modo schifoso, secondo me; sul fatto che sia stato usato da entrambe le parti ho qualche dubbio, ma nessuna certezza: forse sì, in effetti.
Sul fatto che Placanica potesse sparare ad un piede, Mafe: guarda una di quelle jeep, immagina di essere in fondo ad essa con un tronco di legno che entra dal finestrino laterale, e prova a pensare se puoi davvero sparare ad un piede. Al tuo, forse. Ma concordo con te sull’inesperienza, che in quelle situazioni può davvero diventare letale.
E infine, sulla regia: sì, certo. Ma pensare alla difesa dei manifestanti pacifici (ed anche dei comuni cittadini che se ne vogliono stare al balcone senza rotture di coglioni, se mi si permette, avendo essi gli stessi diritti civili di quelli che scendono in strada) avrebbe significato sostenere che c’era la concreta possibilità di un attacco (altrimenti, mica ti difendi). E, se non ci vogliamo nascondere dietro a un dito, questo non lo poteva/voleva dire nessuno, per motivi politici: avrebbe significato sostenere che: a) nel movimento c’erano gruppi pronti a fare casino, di quello duro; b) nelle forze dell’ordine c’erano i loro omologhi.
July 21st, 2004 at 09:57
Questa è una delle discussioni più serie e intelligenti sui fatti di Genova che ho mai letto. Grazie.
July 21st, 2004 at 10:09
Se non si sospettava la concreta possibilità di un attacco, perché recintare il centro di Genova e militarizzare la città? No, Squonk, su tutto il resto (sparare, estintori, camionette, black bloc) non ci saranno mai risposte, ma a Napoli e Genova c’è stato un palese abuso di potere, per difendere i governanti a spese dei cittadini, e un sospetto atroce di cui non parlo volentieri (troppa gente mite scesa in piazza per la prima volta, troppi cattolici, troppe signore, troppe persone a cui forse si è pensato di far passare la voglia, di scendere in piazza…
July 21st, 2004 at 10:28
Mafe, la militarizzazione è stata giustificata con la possibilità di attacchi terroristici: se tu riunisci otto o dieci tra le persone più potenti del mondo, quelli diventano immediatamente un bersaglio. Poi, lo so anch’io che c’era almeno un’altra motivazione, che aveva a che fare con il movimento. E infatti, sostengo che lo schifo viene dalla doppia regia dell’evento: quella governativa (destra e sinistra, insieme) e quella di parte del movimento. Gli uni e gli altri ci hanno marciato, e pesantemente.
July 21st, 2004 at 10:41
No, honey, il terrorismo non era ancora di moda, a luglio 2001 😐
July 21st, 2004 at 10:46
Mafe, fa’ la brava: il terrorismo non è nato nel settembre 2001.
July 21st, 2004 at 11:20
Lo so, ma la zona rossa di Genova non era a scopo antiterroristico, era per la paura dei disordini di Seattle & Co (tra cui Napoli, di cui si è parlato soprattutto dopo). Il terrorismo è stato usato come scusa soprattutto dopo quello che è successo.
Ma anche se fosse stato fatto tutto solo per la paura di un attentato, beh, cosa cambia? I potenti straprotetti e le persone normali strette tra black bloc e polizia. Roba da matti.
July 21st, 2004 at 11:40
la cosa triste, se permettere, è che dopo genova non è cambiato nulla.
Sì, va bene, alcuni nomi di secondo piano, e una maggiore attenzione a gestire l’opinione pubblica in occasione di eventi mediatici.
Ma i protagonisti, e il contesto che li ha generati, quelli non sono stati spazzati via come sarebbe stato giusto.
Può accadere qualsiasi cosa (e ormai lo sappiamo: davvero qualsiasi cosa), ma il nostro destino non è più nostro.
Dimostrare il contrario non si può.
July 21st, 2004 at 12:03
Herr, lei coglie un punto importante, e che io ho sottolineato riferendomi a “noi”.
Non è cambiato niente. Vero.
E guardi, io credo che sia così anche perchè non ci sono stati cambiamenti nemmeno “dal basso”. Io mica mi aspetto che Scajola diventi il Gandhi dello spezzino, e che Casarini-Agnoletto-Caruso facciano altrettanto, se non sono capace dicambiare io per primo. In fondo, il post voleva solo dire questo.
July 21st, 2004 at 13:13
ahem… ritorno dal mio triste loculo. mi piace Effe che dice che non è cambiato nulla. è vero, verissimo, anzi qualcosa è cambiato ed è la forza del ricordare. non è cambiato niente nella giustizia italiana che fa e disfa a suo piacimento (c’è un libro molto interessante e molto corposo sulle carte giudiziarie di genova), non è cambiato nulla nel modo di pensare della gente che si è scandalizzata per i soprusi americani in iraq e non si è ricordata che quello stesso genere di servizio era capitato a dei ragazzi italiani, a casa nostra.
l’abuso di potere c’è stato, genova è stata violentata, il pensiero della gente è stato strumentalizzato (da una parte e dall’altra).
accettare questo è una delle tante possibilità, ma c’è anche un’altra possibilità possibile. che non per forza coincide con agnolOtto.
July 21st, 2004 at 18:48
C’è un libro che m’è piaciuto particolarmente, sui fatti di Genova. È un romanzo, ma contiene riferimenti molto precisi a fatti realmente avvenuti. L’ho acquistato alla Feltrinelli di Bologna, dopo aver assistito alla presentazione fatta dall’autore, Stefano Tassinari, e aver partecipato alla discussione che ne è seguita.
Si intitola “I segni sulla pelle”, edito da Tropea.
July 21st, 2004 at 19:55
intendi dire questo, vero???
http://www.tentatividifuga.com/archives/000118.html :O)